Regia di Julius Avery vedi scheda film
Se pensate che alla sua età Stallone nei panni di un supereroe stoni, aspettate di vedere il resto della sceneggiatura prima di rabbrividire. Forse passabile, ma comunque non educativo (come forse avrebbe ambito?) per il pubblico più giovane, ma decisamente da evitare ai maggiori di 13 anni.
Fama, denaro, passione. Queste le molle tipiche nel recitare. Non necessariamente in quest'ordine. Forse, ultimamente, sempre di più, comunque.
Passione, per prestarsi come protagonista in Samaritan, Stallone difficilmente potrebbe averne avuta. Che sia a corto di denaro? Vai a sapere! Forse, semplicemente, sognava di brillare di nuova luce al Comic-Con, e così rispolverare la sua fama? Sta di fatto che, uscito dalla porta degli "eroi" di Rocky, rientra dalla finestra come "supereroe" in questo fumettone per fanciulli zoppicante e strascicato.
Sarà il trucco, saranno gli effetti speciali, sarà l'ormone della crescita, comunque sta di fatto che si porta bene i suoi anni, questo è indiscutibile. Ma che non sia un ragazzino è comunque abbastanza evidente, quindi risulta doppiamente curiosa la sua scelta come protagonista. Certo, ne è passato di tempo da quando quelli della sua età, nei film, potevano al massimo interpretare i nonnini che leggevano le favole ai nipotini.
Dall'età del protagonista a quella dello spettatore "ideale" di questo film c'è un abisso incredibile, e vedi che forse qui si intravvede il vero motivo della scelta: far colpo sui giovanissimi spettatori, che difficilmente lo avranno conosciuto per Rocky o Rambo.
Facezie stalloniane a parte, quello che avrebbe potuto/dovuto essere il tallone d'achille dell'intera opera sfuma invece al confronto delle altre - gravi - lacune. Anzitutto la trama, che si rivela decisamente insulsa e pressapochista, dimostrando appunto di rivolgersi o a un pubblico giovanissimo, o rincretinito. I dialoghi sono a tratti imbarazzanti, e a tratti semplicemente insignificanti. Se è vero che l'idea di fondo, rispetto al genere supereroico, non sarebbe stata neppure esecrabile, la sua traduzione in linguaggio cinematografico sta all'arte come le infradito di Stewie Griffin a un funerale (cit.).
Tra situazioni scontate e sulla soglia (od oltre) del ridicolo, "colpi di scena" più di nome che di fatto e incongruenze logiche, il tempo passa, ma non veloce come si vorrebbe. E, siccome farlo scorrere all'indietro non si può, il consiglio migliore che vi posso dare è quello di non sprecarlo guardando Samaritan. Avrebbe potuto essere l'occasione per una variazione sui generis sul tema supereroico, e invece si rivela un pasticcio senza capo nè coda.
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