Il 13enne Sam, orfano di padre, bazzica cattive compagnie ma entra sotto l'ala protettiva di un vecchio nerboruto e scorbutico, che potrebbe essere Samaritan, un supereroe scomparso decenni prima dopo una titanomachia col gemello Nemesi.
Qualche recensore parla dell'ingresso di Stallone nel mondo dei fumetti, dimenticando che il nostro, 27 anni fa, aveva già calzato la calzamaglia del giudice Dredd. Quindi, al limite, si può parlare di un ritorno, per quanto tardivo. Ma laddove Dredd era un super giustiziere esaltato dall'ordine (e dalle tutine aderenti), qua Samaritain è un eroe bracalone, che non ce l'ha fatta, e adesso vive - da pensionato - celato nel sottoproletariato urbano.
Sia chiaro è un film per stalloniani radicali. Per loro Sly non ha solo la prostata in fiamme ma anche i maroni, infatti sradica teste dal collo, rovescia macchine, infrange mura con la schiena e, talvolta, budspencereggia. Se poi pensiamo che è già al suo 11mo anno nella fase della vita chiamata anzianità, bisogna togliersi tanto di cappello perché è ancora un vero drittone.
Tuttavia il film - per tutti gli altri - non tiene, né per trama, né per sceneggiatura, né per ambientazione (non poche le capate negli 80s). Gli effetti speciali sono al di sotto della media, e pure la colonna sonora è ben poca cosa. Solo la recitazione è abbastanza curata, e l'adolescente protagonista tiene testa al divo, a volte rubando la scena.
Insomma, se lo si prende per quello che è: un tonitruante fumettone d'azione con un manicheismo anni '70 ci si può anche divertire.
Ma siamo lontani dallo sperimentalismo a buon fine di Unbreakable e Lo chiamavano Jeeg Robot.
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