Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film
Nonostante la presenza e la bravura inossidabile di due mostri sacri hollywoodiani come Gene Hackman e Morgan Freeman, nonostante la sicurezza di un film alle spalle del quale poter “mimare” le pause, i tempi sospesi, la tensione inarrestabile, “Under Suspicion” riesce a snodarsi con la piattezza di un lungo spot dilatato (il suo regista, Stephen Hopkins, viene dalla pubblicità, e si vede). La maledizione e il pessimismo che parevano incombere su “Guardato a vista” di Claude Miller, al quale bastava uno sguardo, o il movimento di una mano, di uno dei suoi attori per rivelarci gli orrori sommersi nella provincia francese, sono scomparsi, annullati da un intreccio che finisce per parere banale, da flashback di maniera, dalla presenza statuaria e immobile di Monica Bellucci, nella parte che fu di Romy Schneider e che rappresenta il tassello rivelatore della storia. Un remake inutile.
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