Regia di Jean Renoir vedi scheda film
Un editore scaltro e senza scrupoli riesce a sfuggire ai creditori, approfittando di un disastro ferroviario in cui scambia l'identità con un prete che morirà nello stesso. Film dalla struttura straordinariamente moderna, da recuperare.
A pensare alla data di uscita di questa pellicola, durante la visione, si resta a dir poco basiti. La disinvoltura con cui si tratta la sessualità, il politicamente scorretto delle battute sul bambino morto; c'è probabilmente più censura e perbenismo in pellicole di molto successive e questo conferisce al film una modernità accattivante. Sicuramente in tal senso ha contribuito la mano di Prévert che si occupò della sceneggiatura conferendole un tocco di brio. Se non bastasse, Jules Berry monopolizza la scena quando sale in cattedra, ben supportato dall'ottimo René Lefèvre e dalla coppia di attrici su cui spicca, per bellezza, Nadia Sibirskaïa. La storia è accattivante, sceneggiata in maniera impeccabile, ma c'è spazio anche per momenti di autentico divertimento (esilarante l'innesto dell'ispettore che provoca la fuga di Paul Batala) e leggerezza; senza contare la critica sociale di sottofondo che impreziosisce il tutto. Pellicola assolutamente da recuperare, un piccolo grande gioiello.
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