Regia di Fernando Pérez vedi scheda film
Giselle e i vecchi cantanti cubani, un allegro orfanotrofio e il famoso lungomare de L’Avana, una mongolfiera di Greenpeace e una sfida tra lumache, taxisti come strumenti del destino e psicologi dal cuore tenero, una madre adottiva con un nome (Cuba) che non ha bisogno di interpretazioni e uomini e donne che svengono quando sentono una parola (sesso, morale, libertà, opportunismo) che destabilizza il sistema neurovegetativo, cerimonie ufficiali e sbadigli patologici, una giovane narratrice e l’allegria malinconica di giorni tutti uguali. Basterebbe un fischio e non mancare all’appuntamento del giorno 4, alle 4 e 44, in piazza della Rivoluzione. Fernando Pérez nel suo film, carico di premi raccolti in vari festival, sfodera tutto il repertorio classico, con molti tocchi originali e alcune eccellenti banalità, del realismo magico della letteratura e del cinema latinoamericano. È una favola-affresco che segue e intreccia tre storie: quella di Elpidio, tatuato e riccioluto interprete dell’arte di arrangiarsi in salsa caraibica, quella di Mariana, una ballerina che ama tutti gli uomini, danza con un trasporto commovente e decide di rispettare un voto, quella di Julia, un’affettuosa assistente sociale che sfugge al proprio passato. Sapessi come è strano sentirsifelici, se sei cubano.
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