Regia di François Truffaut vedi scheda film
" Facendo Baci rubati, non pensavo al seguito. E' stato Henri Langlois a dirmi: bisogna assolutamente farli vedere sposati" (F. Truffaut)
Ogni tanto mi chiedo se Truffaut sapeva della sciagurata traduzione italiana del titolo di questo film, quasi a farlo rientrare nel filone frequentato da Lando Buzzanca e simili. Nel titolo originale c’è già la voglia del protagonista di evadere dal domicilio coniugale per capire alla fine di non poterne fare a meno e quindi di farvi ritorno. Mettere alla prova della famiglia borghese Antoine Doinel doveva essere un’esperienza necessaria da condividere con chi aveva seguito le vicende di uno dei personaggi cinematografici più importanti di sempre. Come avrebbe reagito l’uomo dei quattrocento colpi al dovere coniugale, come avrebbe provveduto ai bisogni della propria famiglia? Come si sarebbe calato in un cosmo piccolo-borghese con il suo quotidiano monotono fatto di grandi e piccole malvagità giornaliere? Come sarebbe potuto accadere che un uomo che giocava con la vita in ogni situazione avesse preso atto della realtà e avrebbe cominciato a comportarsi come gli altri anche se lui mai si era comportato come gli altri. Egli era capace di passare da un lavoro all’altro sempre come un geniale dilettante, in fondo che differenza passa tra colorare fiori a teleguidare modellini di barche in una piscina di una multinazionale americana. Il suo problema è che non si faceva problemi in nessun campo dell’esistenza. Il suo rapporto con le donne non poteva essere risolto con il matrimonio e nemmeno con la vicina vogliosa da lui sempre rifiutata. Il fascino dell’esotico sul lavoro lo avrebbe colpito e fatto sbandare senza pensare alle conseguenze morali del suo gesto. La nascita del figlio non aveva fatto maturare l’eterno adolescente problematico e sognatore che si era buttato nelle braccia della giapponesina e della sua cultura nuova. La moglie scopertolo, lo cacciava di casa e lui costretto a mangiare alla giapponese cominciava a sperimentare le scomodità orientali e rivalutava le comodità occidentali. I due si amavano ancora nonostante tutto avevano creato qualcosa che li univa più forte di una sbandata all’orientale e che rientrava ormai nelle grandi e piccole liti della coppia borghese. Il regista si diverte a giocare con le citazioni proprie e di altri film nell’aggiungere un capitolo necessario della vita di Antoine. Il nostro capisce che non può opporsi al destino suo e di tutti noi , di un conformismo feroce di una vita normale riempita dalle gioie e dai dolori del domicilio familiare.
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