Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Seconda regia di Bolognini, per un film francamente indifendibile, del quale non si avverte la necessità. La vena d'oro s'inserisce nel filone ultra popolare dei melodrammi strappalacrime, che magari negli anni Cinquanta erano in voga, e magari servì anche a Bolognini per sperimentare quello che diverrà in futuro il proprio stile e perfino ad approcciare uno dei temi che saranno frequenti nelle sue opere successive (si pensi ad Agostino e La corruzione), ma il modo qui scelto per la rappresentazione ancor ci offende in quanto appassionati di cinema.
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