Maria vive con il figlio sedicenne Corrado in una villa nei dintorni di Roma. Rimasta vedova in giovane età ha dedicato tutta la sua vita al figlio e fa vita ritirata. Un giorno Corrado conosce l'ingegner Manfredi, un archelogo che sta seguendo degli scavi nelle vicinanze della villa. I due fanno amicizia e Corrado ne approfitta per invitarlo a casa sua. Tra Maria e l'archeologo nasce l'amore. Questo nuovo sentimento finisce per far ingelosire il figlio della vedova, che la notte di Capodanno scappa di casa.
Note
Bolognini trae spunto dall'omonima commedia di Guglielmo Zorzi per un film strappalacrime ma diretto con una certa sobrietà
Una storia tutto sommato non distante da quello che possa essere un rapporto morboso mamma figlio.
Quasi un fumetto...comunque girato bene con un giovanissimo Girotti.
Seconda regia di Bolognini, per un film francamente indifendibile, del quale non si avverte la necessità. La vena d'oro s'inserisce nel filone ultra popolare dei melodrammi strappalacrime, che magari negli anni Cinquanta erano in voga, e magari servì anche a Bolognini per sperimentare quello che diverrà in futuro il proprio stile e perfino ad approcciare uno dei temi che… leggi tutto
Da un testo teatrale, la storia rientra nel gusto del momento, un quasi fumettone su cui Bolognini ha saputo giostrare con qualche leggerezza; il film è un remake di un film muto di successo, ma datatissimo e la trama è una dimostrazione: sceneggiatura curata, e ripeto, sempre nei limiti di una storia che affonda su una realtà distante e oggi, come negli anni '50… leggi tutto
Seconda regia di Bolognini, per un film francamente indifendibile, del quale non si avverte la necessità. La vena d'oro s'inserisce nel filone ultra popolare dei melodrammi strappalacrime, che magari negli anni Cinquanta erano in voga, e magari servì anche a Bolognini per sperimentare quello che diverrà in futuro il proprio stile e perfino ad approcciare uno dei temi che…
Da un testo teatrale, la storia rientra nel gusto del momento, un quasi fumettone su cui Bolognini ha saputo giostrare con qualche leggerezza; il film è un remake di un film muto di successo, ma datatissimo e la trama è una dimostrazione: sceneggiatura curata, e ripeto, sempre nei limiti di una storia che affonda su una realtà distante e oggi, come negli anni '50…
C'è Terence Hill sedicenne, ancora con il suo vero nome (Mario Girotti), c'è Titina de Filippo, c'è Richard Baseheart, il Matto della Strada felliniana, e non è disprezzabile neppure Maria Toren; ciò che piuttosto non va in questo terzo film diretto da Bolognini è l'atmosfera pasticciata da melodramma che àncora irrimediabilmente il lavoro al…
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Commenti (1) vedi tutti
Una storia tutto sommato non distante da quello che possa essere un rapporto morboso mamma figlio. Quasi un fumetto...comunque girato bene con un giovanissimo Girotti.
commento di ezio