Regia di Jean-Pierre Rawson vedi scheda film
"Cocco mio" diretto nel 1980 da Jean-Pierre Rawson,
devo dire che non mi è piaciuto.
La storia si svolge a Parigi e racconta
di Emile Cousin,che è un impiegato in una società multinazionale,
è un uomo senza moglie e amici,perché è assolutamente
incapace di comunicare e nessuno lo calcola.
Però a casa gli fa compagnia un pitone che ha
raccolto nell'immondizia,che lo tratta come una persona
e ci parla l'ha chiamato Cocco mio.
Però un giorno trova la donna della sua vita,
che è una sua collega.
Il Film è una co-produzione Franco-Italiana
ed è tratto dal romanzo di Emile Ajar,
e racconta le vicissitudini di Emile Cousin,
che è un tipo strano,che dialoga con tutti
e lo prendono tutti per pazzo,ma lo fa per
la difficoltà di cominciare con la gente.
Allora per questa difficoltà vive con un pitone
che l'ha chiamato cocco mio e dialoga con lui,
ma poi si innamora e cambia tutto.
Purtroppo questa è un idea che andrebbe bene
per un cortometraggio,perché regge i primi
20 minuti ma poi cominci ad annoiarti
a vedere queste cose quotidiane che fa questo
tipo.
Le uniche parti divertenti sono quando esce
Nino Manfredi,che fa la parte di una specie
di psicologo,che è ventriloquo e praticamente
coglie alla fine la summa di tutto dicendo
che è una persona inutile,che è invisibile e non
esiste.
Infatti ci si domanda la utilità di tale
operazione.
Mi ha fatto ricordare come tipo di commedia
l'altro brutto Film:"Una donna da guardare",
che trattava l'impotenza,ma più o meno allo
stesso modo.
La particolarità che questo tizio ha un pitone
in casa e ci parla,gli dà da mangiare e gli dice
che è un vegeriariano.
Poi la regia di Jean-Pierre Rawson,non è incisiva e
si occupa di fare il suo compito.
Nel Cast figurano oltre Nino Manfredi,
che poi esce due volte,ed è un piccolo ruolo:
Jean Carmet-Francis Perrin,e i nostri Enrico
Maria Salerno e una comparsata di Alvaro Vitali,
che fa un collega del protagonista e in più e
pure doppiato.
In conclusione un brutto e noioso Film,
che inizialmente è difficile definirlo,
ma poi non sa dove "andare a parare",
e il messaggio dell'incomunicabilità
non lo c'entra affatto,e ti domandi
della utilità del prodotto e che stai
perdendo solo tempo.
Il mio voto: 3.
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