Regia di Taika Waititi vedi scheda film
Thor è diventato un eroe vagabondo, sempre pronto ad accorrere in difesa dei più deboli. Informato della minaccia rappresentata da Gorr, una creatura mortale gravemente delusa ed offesa da una divinità, e per questo motivo intenzionata ad eliminare tutti gli dèi, si reca a New Asgard, località scandinava ove vivono personaggi e sono custoditi elementi presenti nelle precedenti avventure di Thor. Nell'ameno paesino di mare trova Jane Foster, nelle vesti e con i poteri di una Thor donna, conferitigli dal martello Mjolnir, preso dalla donna con la volontà di essere protetta dalle conseguenze del cancro di cui soffre, ormai allo stadio terminale. Mjolnir, creatura senziente, adempie ossequiosamente al compito assegnatogli in passato da Thor, quello di proteggere la donna. Ma, al tempo stesso, ne consuma le residue energie. Gorr assalta la località e rapisce alcuni bambini; Thor ed i suoi alleati provano ad ottenere l'aiuto di altre divinità, ma non riescono, nonostante il pericolo minacci l'intera "categoria". Il compito di fermare Gorr spetta a loro. Questa, in sintesi, la trama del quarto film dedicato prioritariamente a Thor, l'eroe della mitologia norrena divenuto personaggio dei fumetti Marvel, nonchè dell'intricata sequenza di pellicole tratte dagli stessi. La regìa è affidata al neozelandese Taika Waititi, il quale imprime al racconto i connotati di commedia, a tratti demenziale, rielaborando secondo canoni del genere i temi "seri" enunziati dalla sceneggiatura. Il personaggio di Jane Foster è rappresentato afflitto da un cancro; nonostante le proprie capacità di ricercatrice, ed il progresso scientifico, la malattia non può essere sconfitta da rimedi umani; la donna si rivolge, pertanto, alla magìa dei norreni; in particolare, al martello Mjolnir, la quale la rende fortissima. In virtù della unione tra i due elementi, la donna acquisisce i poteri di Thor. Ne viene lentamente consumata, ma non vi rinuncia poichè è lo strumento con il quale contribuisce alla sconfitta di Gorr. Infine il cancro la uccide; ciò che è fantastisco, dunque, contrasta il fantastico. Ma i mali terreni rimangono, così come i relativi sentimenti. Jane, di fatto, si sacrifica per Thor, il quale comprende la portata della scelta della donna e ne fa tesoro per il futuro, che lo vede legato a Love, rediviva figlia di Gorr. La morte della bambina, ad inizio racconto, è il motore degli eventi. Gorr assiste con dolore alla sofferenza della figlia, confidando in un intervento divino in grado di ristabilire il bene; ma la sua divinità, capricciosa ed edonista, lo irride. Pertanto, accecato dall'odio e furente per la delusione, avendone avuto la possibilità, s'impossessa di un'arma in grado di uccidere la divinità. La trucida, e, animato di una volontà assassina rafforzata dalla stessa arma, la Necrospada, prosegue nel suo cammino di vendetta, non del tutto a torto. Emblematiche le sequenze ambientate nel consesso delle divinità olimpiche : mostrano Zeus ed i suoi sottoposti nella loro natura di entità tanto potenti quanto vanitose, superficiali; ne' più, ne' meno, di quegli umani sui quali ricendicano potere di vita e di morte. Dèi e mortali sono comunemente assoggettati ai sentimenti, positivi e negativi. Se questi ultimi mettono in pericolo l'esistenza di ogni cosa durante l'azione di Gorr, sono l'amore, la fedeltà, la comprensione, a trionfare e consentire ai mondi, umano e divino, di sopravvivere. Queste tematiche sono enunciate con maggior nitidezza nell'ultima parte del racconto, ove dettagli e frangenti comici / demenziali si diradano. Thor è interpretato dall'attore australiano Christopher Hemsworth; Jane da Natalie Portman. Partecipano anche Christian Bale, nel ruolo di Gorr; Russel Crowe nelle vesti del vanaglorioso Zeus; Thessa Thompson quale Regina Valchiria. Le ambientazioni, in computer-grafica, sono per lo più fantastiche; a volte ricche di sgargianti colori, altre volte scure e smorte. Prima di vedere il film ho letto opinioni molto negative su esso; a me è piaciuto. E' necessaria una premessa, a questo proposito : non amo i film di supereroi. Non ne seguo le avventure sui fumetti, ne' riesco a star dietro agli intrecci che ne legano le storie. Avevo visto - ed apprezzato, ma senza particolari entusiasmi - i precedenti episodi di Thor a scopo di intrattenimento, e l'idea era di replicare con questo, con aspettative molto basse. Devo dire di essere piacevolmente spiazzato dalla visione; almeno per due terzi, il film è una vera e propria parodia. Qualunque spunto "eroico" è soffocato da battute; lo spirito favolistico è annichilito da immagini o sequenze "smitizzanti". Gli stessi vestiti degli eroi sembrano costumi carnevaleschi. Immagino che tutto ciò possa risultare sgradevole ad un appassionato del genere o del personaggio, ma a me tale scelta non è dispiaciuta, considerando che un certo contenuto dietro tutto il "trash" c'è. Ed è questo che dà valore al racconto, l'invito a guardare oltre il mito, per riscoprire l'umanità.
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