Regia di Sam Raimi vedi scheda film
9 anni sono trascorsi dall'ultima fatica cinematografica di Sam Raimi, tramite la fantasticheria del Grande e Potente Oz (2013), ben 20 ne sono passati dal primo Spider-Man (2002), con cui vi fu l'esplosione dei cinecomics, tanto amato da legioni di spettatori quanto odiato da una frangia di spettatori esigenti; a tale genere Raimi vi fa ritorno dopo il criticatissimo Spider-Man 3 (2007), pellicola indubbiamente non riuscita per colpa esclusivamente delle intromissioni della produzione, ma a distanza di 15 anni si può dire come si mangi l'80% dei cinecomics successivi, così che il ritorno del regista in cabina di regia per dirigere Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022), è stato salutato con sommo giubilo dai fan, nonostante Raimi si dovesse inserire in un meccanismo progettuale come l'universo cinematografico della Marvel, sempre più televisivo e sempre meno cinematografico.
Sei felice? Quante volte vi è stata posta tale domanda? Molte si presume, rispondendo con un abbozzato "si" di cortesia, senza esserne convinti, poichè esistono attimi di felicità come momenti più o meno lunghi di infelicità, il Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) attraversa quest'ultima fase, causa di Christine Palmer (Rachel McAdams), sua ex-fidanzata in procinto di sposarsi, con la quale ha fallito ogni tentativo serio relazionale, arrivando a chiedersi se fosse possibile un'alternativa concreta dove lui possa essere concretamente felice con lei, ma impossibilitato ad esplorarne le possibilità per via del suo ruolo, finchè non si ritrova a dover proteggere una ragazzina di nome America Chavez (Xochitl Gomez), dagli attacchi di misteriosi mostri, interessati al suo potere di viaggiare attraverso il multiverso.
Quindi la vita è un sogno, il sogno di un sogno, in questo incastro di scatole cinesi, dove il prodotto dell'ES altro non è che un collegamento mentale con un'altra possibile realtà, è una possibilità a cui la strega Wanda Maximoff (Elisabeth Olsen), vi si aggrappata con tutte le proprie energie mentali, alla ricerca di un universo in cui ella è felice con i propri figli, cosa qui negatale dagli avvenimenti catastrofici delle battaglie contro Ultron e Thanos, per non tacere degli eventi di Wandavision (2021) - che sembra rendere indispensabile il recupero delle serie Tv per capire il quadro d'insieme, cosa però da me non fatta, portando ad un certo spaesamento introduttivo -.
L'estro visivo di Sam Raimi, si scontra con i limiti non solo di tali produzioni ad alto budget, ma anche dei numerosi paletti imposti da tale serialità, in cui il pubblico bue si trova bene, ma l'artista soffoca, cercando la liberazione nelle realtà alternative, dove nei passaggi interdimensionali il regista si scatena in immagini che scompongono la realtà empirica ricostruendola su nuove basi, giungendo ad alterare la prospettiva visiva dei personaggi, sino a mutarne la materia stessa in una tavolozza esplosiva di acquerelli multicolori; la potenza del cinema cartonesco ed orrorifico di Raimi emerge quindi nelle transizioni spazio-temporali, pagando però pegno nelle sequenze statiche dove bisogna spesso fare un recap della situazione, per poi venire interrotti da un nuovo scontro a cadenza di 5 minuti d'orologio; il cinema mainstream è cambiato molto in 20 anni, perchè il pubblico è cambiato, la potenza "classica" della regia di Raimi nelle fasi introspettive, viene mortificata da banali campi-controcampi meramente illustrativi, ma ben poco profondi, dove l'inesistente profondità di campo a favore del primo piano del personaggio di turno, diviene il trastullo agognato dallo spettatore medio di questa Fase 4, basata "sul chi c'è" nel film, non in cosa vi sia, il che ci porta alla lunga quanto farraginosa sequenza degli Illuminati, un lungo momento fanservice di oltre 20 minuti, divenuto purtroppo un dazio necessario.
In questo continuo scappare, rincorrersi e scontrarsi tra supereroi, per agguantare la propria agognata "Rosabella" di wellesiana memoria - incarnata qui da America Chavez, poco personaggio e troppo mcguffin di stampo patriotico con tanto di stella "americana" fastidiosa quando apre il portale -, Raimi si diverte nel costruirsi un proprio universo cinematografico citazionista, spaziando da riferimenti che vanno dalla trilogia della Casa, passando per Darkmen, finendo ai suoi Spider-man, con tanto di immancabile cameo di Bruce Campbell, le carrellate in avanti a mo di spirale tipiche del suo cinema, nonchè gli inserti orrorifici totalmente inaspettati in una pellicola per ragazzi infondo, dove l'archetipo della strega tanto cara alla poetica del regista, trova in Wanda Maximoff il catalizzatore ideale, in un'anti-eroina che distrugge in proporzione all'amore negatale, muovendosi in un impeto viscerale di devastazione, sangue ed orrore, per cambiare una realtà mediocre, essendo incapace di adattare il proprio essere ad essa, chiamando in gioco forze occulte, giungendo ad un climax in cui Raimi cerca di tornare alla propria mistura primigenia, tra libri di incantesimi e demoni infernali, in una schietta consapevolezza attuale, che l'unico modo possibile di fare un discreto cinema in tali condizioni, non sia altro che ritornare a citare sè stessi, perchè in questa fase, solo il dare a Wanda (e allo spettatore) ciò che vuole, sembra essere l'unico modo per fargli comprendere la propria fallacia ideologica.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta