Il miglior film Marvel dai tempi di Guardiani della Galassia vol.2 con la differenza di peccare per i collegamenti col Grande Disegno, ma ad avercene di film diretti da registi e non da mestieranti e spero che da qui in poi gli standard si alzino, così per lo meno vedremo in sala opere d’arte che intrattengono e non prodotti che cozzano.
DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO DELLA FOLLIA di SAM RAIMI.
Da dove cominciare?
Sala pienissima. Per tutta la durata hanno applaudito tre volte, le prime due per i camei, la terza nell’ultima post credit, ma più forte e più a lungo. Senza sapere, forse, di aver applaudito non all’MCU, non a Kevin “Mefisto” Feige, ma a Sam Raimi. Con la post credit che ritengo la migliore in 14 anni di MCU, non perché bella, ma geniale, il regista ha strappato l’ultimo vero, grande e spontaneo applauso. E non solo lui...!
America Chavez, una ragazza con il potere di viaggiare tra le realtà alternative, ma che non riesce a padroneggiare, coinvolge il Doctor Strange nel tenerla al sicuro da pericoli extra dimensionali che bramano le sue capacità. Per farlo saranno costretti a viaggiare nel multiverso.
Un nemico inaspettato cercherà di impossessarsi di tale potere per i suoi scopi.
Questa è la trama, semplice, ma funzionale.
C’è da dire una cosa. Raimi ha salvato questo film, lo avesse diretto qualunque altro regista (Gunn escluso, forse anche Waititi) della scuderia Marvel/Disnei alla migliore ne usciva fuori un prodotto poco più che mediocre.
Qui la mano c’è, si vede e si sente pure. La messinscena è buona con atmosfere più dark e grottesche aggiunte a tinte horror che non spingono troppo a far paura pesantemente, ma a regalare veri brividi, così come l’uso delle inquadrature e dei movimenti di macchina tipiche del regista. La colonna sonora di Danny Elfman è ben orchestrata, addirittura in una scena pare proprio prendere il posto del regista. Fotografia eccellente con cromature di rosso ben dosate che cambiano in tinte dark, ma sempre calde. Recitazione ottima, Elizabeth Olsen con la sua Scarlet Witch è molto interessante, Doctor Strange è meglio caratterizzato e quasi disintossicato dal merdone precedente visto a dicembre. Alcuni dialoghi sono toccanti, non sfondano tantissimo nella poetica classica di Raimi, ma ci stanno. Altri ancora riescono a contestualizzare quello che accade nel film a dispetto dei collegamenti ad altre opere. Effetti speciali ben utilizzati e chiari. Scene d’azione ben coreografate con guizzi di violenza veri e splatter o perlomeno che danno l’idea dello splatter. Inutile dire che l’ironia non manca a dare un buon sapore alla storia. Un paio di dissolvenze incrociate artistoidi come non se ne vedevano da tempo in questo tipo di film.
Il fan service c’è, sia per quelli della Marvel che per quelli di Raimi, ma il regista ci gioca con molta arguzia...!
È incredibile come per la prima volta, per me, si parla di REGIA in un film Marvel!
E ce ne voleva, finalmente!
Le pecche stanno nella scrittura, come al solito. Per carità, Raimi riesce a metterci sapientemente delle pezze quanto può, ma è qui che entra in gioco la Disnei.
Il villain, per quanto ben caratterizzato e sapendo i suoi trascorsi, mi ha un po’ deluso. In parte le sue motivazioni che ci stanno, ma alla lunga pare più con le palle girate. È talmente tanto potente e brutale che a un certo punto del film ho pensato “Ah! Con quelli fai una strage, ma con i protagonisti no? Boh!?”. A volte pure loro sembrano scordarsi di poter fare il culo quanto il villain, ma vabbè. La soluzione finale con il villain, insomma, con più cattiveria e pazzia avrebbe avuto più senso, un po’ come per il Goblin del primo SpiderMan per intenderci. Alcuni elementi di trama per andare avanti mi hanno fatto perdere un po’ il filo logico, anche a causa del ritmo accelerato nella seconda parte.
In più la questione del multiverso viene mostrata, ma non inquadrata, le regole ci sono, sono chiarite, ma non più di tanto.
I collegamenti a serie e ad alcuni film secondo me se tagliate era meglio, ma si sa', difficilmente un regista che sta' fuori dal giro da anni morderebbe le mani di chi lo ciba.
In questo caso le ha moccicate con carattere.
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