Regia di Alessandro Carloni, Jean-Philippe Vine, Thomas Barbusca vedi scheda film
Nella cittadina di Nonsuch cellulari, tablet e smartwatch rappresentano il ricordo di un passato obsoleto. I mocciosi delle middle school si gingillano con l'intelligenza artificiale di Bubble, un'azienda che ha trovato la gallina dalle uova d'oro in un device che assomiglia ad un macrogamete di dinosauro e che si chiama B-Bot. Sempre al seguito del proprio utente B-Bot condivide nella rete Bubble qualsiasi cosa il teen-ager voglia rendere pubblico, i cavoli propri, i video, i selfie, gli inviti alle feste. C'è solo un ragazzino in città ad esserne sprovvisto, quello sfigato di Barney che a casa ha una nonna svalvolata, gli animali e gli ortaggi in giardino. Bullizzato e incompreso, alla fine, Barney ottiene l'agognato uovo da passeggio in regalo dal padre. Peccato sia difettoso e metta nei guai il suo giovanissimo proprietario a causa della mancanza di restrizioni nel software, presenti, invece, i tutti gli altri ovetti Kinder.
"Ron's gone wrong" venne messo in produzione dalla 20th Century Fox Animation quando ancora poteva puntarsi sul petto l'effige del suo magnate e fondatore. Poi venne Walt Disney che acquisì il marchio e si sbarazzó della volpe, di numerose società e di buona parte dei progetti in fase di studio. Tra i pochi si salvò, per l'appunto, "Ron - un amico fuori programma", che venne completato del doppiaggio in piena pandemia.
Il film dei 20th Century Studios è un tentativo, abbastanza bislacco, per la verità, di affrontare il problema della dipendenza dei ragazzini dal proprio device. Gli alunni della scuola media di Nonsuch comunicano poco e male, quasi esclusivamente tramite la realtà digitale di cui B-Bot è la proiezione meccanica. B-Bot è l'amico perfetto che comprende, capisce e accontenta il proprio interlocutore in tutto e per tutto. Grazie a lui la messaggistica sostituisce il dialogo mentre i like diventano l'indicatore di popolarità, i feedback su cui basare le proprie strategie e i propri rapporti (virtuali) d'amicizia.
"Ron" parte bene ma non si spinge oltre l'enunciazione del problema di dipendenza in un'età delicata e vulnerabile in cui l'esperienza è poca e l'emotività raggiunge livelli ragguardevoli creando epidermica ipersensibilità. Il film raggiunge l'apice nella rappresentazione dei ragazzini durante la ricreazione mentre si rapportano al loro amichetto di plastica senza che vi sia una sola interazione con i compagni che si trovano a condividere lo spazio circoscritto nei due metri dal proprio ombelico, quello in cui il robottino scodinzola e ringhia come il più protettivo dei cani. Il film riesce, effettivamente, nell'impresa di riflettere sull'amicizia, un sentimento ben diverso dalla condiscendenza ma manca del coraggio di andare oltre l'ostacolo della "convenienza" commerciale del distributore del film. In fondo i ragazzini di oggi utilizzano sempre più spesso cellulari e tablet per guardare i propri contenuti, film compresi. Non avrebbe dunque senso sputare nel proprio piatto e proclamare una crociata contro la tecnologia che offre lauti guadagni.
Privato dei blocchi di programmazione che lo rendono mansueto e premuroso il B-Bot diventa un'intelligenza senziente e caparbia in grado di tenere, finalmente, testa ai viziati ragazzini costringendoli a qualche forma di apertura verso i pari. Ma è proprio questo il messaggio che si vuol dare a chi smanetta sul telefonino tutto il giorno? È necessario un device, benché meno tappetino e un po' più fratello maggiore, affinché i giovinastri delle medie stringano amicizie e si sentano meno soli e complessati? Avrei gradito una presa di posizione ed un maggior coraggio in fase di scrittura per evitare che vi fosse un solo ragazzino di nuovo a remare, felicemente, contro la corrente della dipendenza tecnologica.
Il resto del film è un gioco all'emulazione. Impossibile non pensare al disneyano Baymax che condivide con il simpatico Ron la dickiana propensione al sacrificio per celebrare la vita di acqua e carbonio mentre le orecchie esagonali di Pudowski son talmente brutte da desiderare una forbice e sagomare secondo un ideale di bellezza elfico-vulcaniana.
Disney+
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