Trama
Vermicino, estate 1981: Franca e Ferdinando Rampi trascorrono qualche giorno di vacanza in campagna con i figli quando il primogenito Alfredo, 6 anni, scompare. Poco dopo, la Polizia scopre che il bambino è caduto in un pozzo artesiano nei dintorni. Il budello è così stretto che i primi tentativi di salvataggio si rivelano infruttuosi anche per due giovani speleologi, Tullio Bernabei e Maurizio Monteleone, sopraggiunti sul posto. Il caso arriva nelle tv degli italiani con il telegiornale delle 13: è l'inizio di una tempesta mediatica che travolgerà la zona dei soccorsi. Nel frattempo, il Comandante dei Vigili del fuoco di Roma, Elveno Pastorelli, vuole scavare un pozzo parallelo a quello in cui si trova il bambino, mentre gli speleologi avanzano obiezioni sul terreno sottostante, troppo duro da perforare. Il tempo stringe, la strategia sbagliata comprometterebbe le possibilità di salvare Alfredo.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA MARCO PONTECORVO
"La storia di Alfredino appartiene alla memoria di tutti gli italiani, anche quelli che non l’hanno vissuta. Proprio per questo abbiamo sentito una responsabilità maggiore nell’abbracciare il progetto. Tutti hanno veramente dato il massimo. Pur avendo seguito i verbali, abbiamo cercato di uscire dalla pura cronaca, di scavare negli animi dei personaggi e attraverso di loro raccontare un affresco dell’Italia di quell’epoca. Un paese colpito da scandali, crisi di governo e terrorismo che si è fermato col fiato sospeso seguendo la prima diretta televisiva in un’alternanza di speranze e sconforto.
Raccontiamo la vicenda stando con la macchina da presa a volte accanto ai nostri personaggi, a volte nella loro soggettiva. Siamo scesi nel pozzo insieme agli speleologi e ai volontari, vissuto con loro l’impossibilità di calarsi, la claustrofobia e la frustrazione di non poter salvare Alfredino.
D’accordo con la famiglia Rampi si è deciso di non vedere mai il bimbo nel pozzo. Spero che siamo riusciti a rendere la sua assenza una presenza ancor più forte che se fosse stato in scena.
Abbiamo anche creato momenti di astrazione che, facendoci uscire dagli eventi, creano uno spazio di riflessione e di tregua dallo scorrere incessante del tempo. Calandoci dentro la storia riusciamo a capire il perché di tante scelte e l’eroicità di tanti personaggi. La signora Franca per esempio, donna di incredibile forza, è riuscita a trasformare quella tragedia immensa in una spinta che ha poi dato vita, grazie al presidente Pertini, alla Protezione Civile. Mi è sembrato importante avere uno stile asciutto, entrando in punta di piedi nella vicenda e a volte guardandola dall’esterno".
La parola agli sceneggiatori Barbara Petronio e Francesco Balletta
"Quando abbiamo iniziato a interrogarci su come raccontare questa storia, che avevamo vissuto da piccoli, bloccati davanti alla tv con le nostre famiglie, non sapevamo cosa era accaduto nelle ore successive alla tragedia. Non sapevamo che Franca Rampi riportò al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, i tanti perché della tragica fine di suo figlio: senza puntare il dito, senza accusare nessuno, Franca elencò con lucidità le tante, troppe falle nella macchina dei soccorsi. Una casalinga disse al Presidente cosa non aveva funzionato e il Presidente la ascoltò.
Dopo questo sfogo nacque e venne organizzata in Italia la Protezione Civile, quel complesso apparato che entra in azione ogni qualvolta si verifichi un evento catastrofico nel nostro territorio: da un terremoto a un’alluvione, dal crollo di un ponte alla pandemia di questi giorni.
Come autori, la scoperta di quanto accaduto dopo la morte di Alfredo ci ha spinto a raccontare questa storia con un taglio diverso da quello che si potrebbe immaginare di fronte a un fatto di cronaca così drammatico. Abbiamo, infatti, scelto di non indugiare sugli aspetti più tragici della vicenda, privilegiando al contrario l’abnegazione, la determinazione e la speranza che spinsero le persone coinvolte a dare tutto ciò che avevano per un obiettivo comune. A partire proprio da Franca e Ferdinando che, andando oltre un lutto devastante, seppero unire le forze migliori del Paese in quella Protezione Civile di cui tutti gli italiani possono, oggi, dirsi orgogliosi.
È questo che abbiamo imparato da Alfredino: quando si combatte tutti insieme, si può anche perdere, ma non si è mai del tutto sconfitti".
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Commenti (1) vedi tutti
Quattro puntate per raccontare in maniera efficace e corretta ciò che ha rappresentato la vicenda Alfredino negli anni ottanta. Foglietta da 10, ottimo anche Acquaroli
commento di argo979