Mario e Lino sono due amici, nati e cresciuti nel quartiere napoletano della Sanità. La loro è un'esistenza monotona fino al giorno in cui Annaluce, la sorella di Lino, convince le persone del posto di aver compiuto un miracolo e comincia per questo a essere venerata come una santa. Le sorti della sua famiglia cambiano inevitabilmente ed entrambi i ragazzi scoprono di essere diversi da quello che pensavano: Mario si rende conto di essere omosessuale e innamorato di Lino, che invece non se ne accorge e cerca di sfuggire dalla routine della sua vita.
Curiosità
COMMENTO DELLA REGISTA
"Tutto ciò che riguarda questo film ha qualcosa di miracoloso. La sua realizzazione in piena pandemia sembrava impensabile, così come ai personaggi di questa storia sembra impossibile credere che la vita possa cambiare, offrendo qualcosa di inaspettato. Eppure, da quando La Santa Piccola è stato selezionato per Biennale College Cinema sono successi tanti piccoli miracoli. Con una squadra che ci ha messo il cuore per superare le difficoltà, abbiamo abbracciato Lino per confortarlo e dato un nuovo respiro a Mario per farlo nascere davvero; abbiamo creduto nella piccola Annaluce, ascoltato i silenzi di Assia e cercato di dare speranza a Perla. Questo film è una strada che finalmente viene percorsa dopo averla cercata e sperata per anni. È la vita che con i suoi schiaffi ci spinge a trovare il nostro posto nel mondo, aprendoci vie inaspettate".
Dove sia la creatività in quest'opera è dura da vedere. Superstizioni e credenze religiose, un giovane che scopre di essere omosessuale, gente che vuole emigrare ecc. L'inventiva la Brunelli sembra invece averla riservata agli amplessi dei quali fa largo e prolungato uso, quasi che il suo desiderio più intimo sembri quello di girare un porno.
A Napoli Mario e Lino sono due amici che condividono tutto - donne comprese - mentre la sorellina di Lino, d’un tratto, viene venerata come una santa dalla gente del quartiere. La regista Silvia Brunelli si appoggia troppo a qualche immagine stereotipata di Napoli, ma dimostra di avere le idee chiare e mano sicura sulla cinepresa. Voto 7/10.
Tanti cliché sulla napoletanità superstiziosa e macchiaiola, nonostante i tentativi di ripulirli con un alone di drammaticità per una storia in fin dei conti inconcludente. Il tema dell'ambiguità sessuale sembra prevaricare su tutto il resto con uno stile visivo quasi voyeuristico.
Siamo nei quartieri popolari di Napoli (molto sfruttati nel cinema) e durante una manifestazione religiosa una colomba si spiccica sulla Madonna e la piccola Annaluce (Guastaferro) la resuscita diventando nel momento una miracolata subito inneggiata da uno stuolo di persone che invadono gli appartamenti della casa ,dove ne trova subito vantaggio la mamma che conduce una vita ai limiti della… leggi tutto
Siamo nei quartieri popolari di Napoli (molto sfruttati nel cinema) e durante una manifestazione religiosa una colomba si spiccica sulla Madonna e la piccola Annaluce (Guastaferro) la resuscita diventando nel momento una miracolata subito inneggiata da uno stuolo di persone che invadono gli appartamenti della casa ,dove ne trova subito vantaggio la mamma che conduce una vita ai limiti della…
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FESTIVAL DI VENEZIA 78 - BIENNALE COLLEGE CINEMA
Annaluce con i suoi occhi cerulei meravigliosi, possiede uno sguardo luminoso che evoca visioni divine ed una pace dell'anima davvero difficile da raggiungere nell'ambito del caos quotidiano che regna sovrano quasi in ogni contesto quotidiano, e non certo di meno in quello che fa da sfondo al quartiere poplare in cui la piccola vive.…
La 78ma Mostra del Cinema di Venezia procede spedita verso il suo epilogo. Tocca oggi al quarto degli italiani in concorso, il fantasy tante volte rimandato… segue
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Commenti (4) vedi tutti
Dove sia la creatività in quest'opera è dura da vedere. Superstizioni e credenze religiose, un giovane che scopre di essere omosessuale, gente che vuole emigrare ecc. L'inventiva la Brunelli sembra invece averla riservata agli amplessi dei quali fa largo e prolungato uso, quasi che il suo desiderio più intimo sembri quello di girare un porno.
commento di bombo1A Napoli Mario e Lino sono due amici che condividono tutto - donne comprese - mentre la sorellina di Lino, d’un tratto, viene venerata come una santa dalla gente del quartiere. La regista Silvia Brunelli si appoggia troppo a qualche immagine stereotipata di Napoli, ma dimostra di avere le idee chiare e mano sicura sulla cinepresa. Voto 7/10.
commento di alexio350Anche il nostro cinema quando vuole rischiare ne esce con un'opera come questa,fresca e creativa.
leggi la recensione completa di ezioTanti cliché sulla napoletanità superstiziosa e macchiaiola, nonostante i tentativi di ripulirli con un alone di drammaticità per una storia in fin dei conti inconcludente. Il tema dell'ambiguità sessuale sembra prevaricare su tutto il resto con uno stile visivo quasi voyeuristico.
commento di darkglobe