Regia di Mark Herman vedi scheda film
Laura, detta ?Little Voice?, ?n?adolescente timida ai limiti dell?autismo. Vive in un quartiere proletario di Scarborough insieme a una madre beona e assatanata. Per dialogare con il fantasma del padre, ne ascolta i vecchi dischi di Judy Garland, Marilyn o Shirley Bassey, e li reinterpreta alla perfezione. Se ne accorge l?occasionale compagno della madre, un manager di quart?ordine, che giunger? impegnare tutto pur di organizzarle uno show in grande stile, riuscendo a smuovere l?impresario delle grandi star. Il film ?ncerto tra i toni grotteschi della descrizione d?ambiente e i poeticismi pseudo-autoriali. La sceneggiatura brucia lo spunto curioso, inserisce un subplot con Ewan McGregor allevatore di uccelli solo per tirarlo fuori in un finale insensato. Il regista Herman abbonda in carrelli e dolly un po? a casaccio; gli attori sarebbero perfetti se non fossero costretti in macchiette: Jane Horrocks imita davvero le grandi star canore del passato e i comprimari fanno tutti del loro meglio. Michael Caine, bovino e sordido in formidabile contro-ruolo, da solo varrebbe la visione. Peccato che il doppiaggio gli uccida la scena madre, quando canta “It’s Over” commentandola verso per verso.
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