Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Mademoisel-le de Chartres, diventata moglie del Clèves, confida alla sua amica suora: «Possiamo controllare i nostri sentimenti, non evitarli». Per lei, che ha l’elegante presenza-assenza di Chiara Mastroianni, solo la fuga in Africa, in una zona di guerra - come racconta in una lunga lettera - è la certezza di stare al sicuro dall’unico e vero amore della sua vita, il cantante Pedro Abrunhosa. Passione, stabilità affettiva, stima, consenso, reputazione scuotono le rigide e raggelate sicurezze di un mondo aristocratico descritto con mano leggera da Madame de La Fayette nel 1678, nel suo romanzo “La Principessa di Clèves”. Questo testo letterario, radicato nell’economia sentimentale del XVII secolo, viene riletto, in modo magnifico, dal novantaduenne Manoel de Oliveira, uno dei pochi autori in attività il cui talento non è sfocato dall’età. Il regista portoghese sposta questa storia, di un amore inattuabile e senza domani, ai nostri giorni, ma cancella molti riferimenti contemporanei. Le case lussuose, il convento, le stanze della musica hanno il fascino di spazi dell’anima senza tempo. Un film di parole e di emozioni, limpido e straziante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta