Regia di Yesim Ustaoglu vedi scheda film
La scrittura , vero, lo penalizza un po', ma il resto è coraggio puro, in un contesto, quello turco, in cui un regista, ed in più una regista donna, ha il coraggio di praticare una tematica simile. Comunque, non ci sono luoghi comuni e vediamo un Istambul ed una Turchia fuori da ogni cosa immaginata. La critica alla polita ed allo stato di polizia, o quasi, è coraggiosa e ci porta, senza inutili commizi nel problema e nelle ferite della situazione. Una fotografia insolita e bella. Bellissima l'immagine finale del paese curdo sommerso dalle acque, dove la bara galleggia... sarà un simbolo???!!!
Meritato il premio a Berlino
Un ragazzo turco venuto ad Istambul dal suo paese, per lavorare, viene scambiato per curdo, a causa della sua pelle. Le vicissitudini non mancheranno ed alla fine dovrà rinunciare al suo lavoro e si allontanerà, portando con sé il cadavere dell'amico curdo, ucciso, per farlo ritornare al suo paese di origine
Il ragazzo scambiato per curdo, una faccia che non si presta a nessun divismo, ma che realizza bene l'idea della regista
L'amico Berzan, che pagherà con la vita...anche lui fa benissimo il suo ruolo, senza dare segni di improvvisazione, ma di immedesimazione
La ragazza della lavanderia che ama e che cerca di aiutarlo, con occhi che parlano
la prorpietaria della lavanderia, donna interessata, ma che cerca di convivere con i problemi quotidiano
Un coraggio insolito, ma anche un buon mestiere di regista, che non la fa solo denunciare , ma anche fare del buon cinema
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