Regia di Lynne Ramsay vedi scheda film
Dopo una brillante gavetta come regista di cortometraggi, Lynne Ramsay esordisce nel lungometraggio, con una storia aspra e amara. Il protagonista è James, un bambino che involontariamente causa la morte di un coetaneo e il tragico evento segna ancor di più la sua infanzia dolorosa, con un padre alcolista che può solo consentirgli una vita di patimenti. Il taciturno James gioca con i topi tra i sacchi dell’immondizia, retaggio di una società che vive ai margini della civiltà e dimostra uno scarso interesse per i suoi coetanei. L’unica persona che riesce a dare a James un po’ di serenità è Ellen, una bambina che divide con lui una delicata intimità. La Ramsay si aggira per la suburbia di Glasgow, lasciando spazio alle immagini e strizzando l’occhio alle storie e ai personaggi di Jane Campion degli esordi, ma non riesce a conferire al suo viaggio una profondità adeguata e non raggiunge mai la poesia degli spazi interiori dei personaggi della regista neozelandese. Temi forti e viscerali come la convivenza di uomini e topi, il rapporto adulto-bambino e la crudeltà dell’infanzia, stridono con la freddezza analitica, se non proprio il distacco, dimostrati dalla Ramsay.
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