Regia di John Waters vedi scheda film
Probabilmente è uno dei più brutti lavori di Waters (ma ciononostante molto migliore della media hollywoodiana), che per una volta si trattiene quasi completamente dal lanciare strali feroci e precisi contro la società Usa. Qui il regista si limita a frecciatine: la nonnina che fa parlare la statuetta della Madonna, il talento che sboccia grazie ad una foto di 'pelo pubico di una lesbica'. Ma soprattutto qui Waters si dedica a tematiche ben più 'facili' o per lo meno evidenti ed inoffensive: la banalità e la vacuità del sogno americano, l'importanza di valori come amore e famiglia; siamo ben lontani dagli standard del regista, eppure la commediola, va riconosciuto, funziona impeccabilmente. E' solo un po' troppo leggera, soprattutto visto che parliamo dell'autore - tralasciando i drastici lavori degli anni '70 - della Signora ammazzatutti (prima di questo) e di A morte Hollywood! (dopo questo). Ci si poteva aspettare di più, ma per il 90% degli altri registi al mondo sarebbe già sufficiente; per questo: 5,5/10.
Un diciottenne fotografa tutto ciò che vede: ha talento e ben presto una gallerista lo introduce nel mondo dell'Arte con la A maiuscola. Ma i soldi e la fama allontanano il ragazzino da amici, genitori e persino dalla ragazza, gelosa - e non a torto - della gallerista-manager. Happy end.
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