Regia di Joe D'Amato vedi scheda film
La giornalista Eva sogna la sua amante mentre fa sesso con due nerboruti energumeni. Al risveglio trova la ragazza morta con una siringa in mano: chi le avrà procurato la droga per l'overdose? Eva parte alla ricerca di indizi in una Hong Kong losca e corrotta, dove tra prostitute e serpenti, locali malfamati e spiagge da sogno raggiunge il Console, spietato affarista e instancabile corruttore di donne.
Non c'è molto da dire su questa striminzita pellicola che consta più di scene di sesso (alcune anche esplicite) che di dialoghi; all'epoca Joe D'Amato ha girato molti lavori semplicemente erotici – cioè senza scene hard al loro interno – e anche qualche titolo come questo, che accosta alla trama presumibilmente VM14 una serie di sequenze di accoppiamenti dettagliati. Il colpo di genio sul piano del marketing era tutto lì: rendere il film indipendente dai suoi segmenti espressamente pornografici, di modo da poter essere proiettato sia nei circuiti a luci rosse (in versione integrale) che nelle sale ordinarie, con le debite avvertenze e limitazioni, nella sua versione 'censurata'. A ogni modo Porno esotic love sfoggia nella trama la stessa fantasia del suo titolo; la sceneggiatura di Giacinto Bonacquisti offre qualche spunto di linearità (la storia di una donna alla ricerca di un trafficante di droga, pronta letteralmente a qualsiasi cosa pur di scovare il criminale) e un ammasso di sequenze di nudo a integrare il tutto. La logica è l'ultima cosa che interessa al pubblico di un'opera simile, d'altronde, e quindi tanto basti ricordare che sullo schermo sono presenti Gabriele Tinti e Laura Gemser (coppia anche nella vita reale) e, per quanto riguarda la parte hardcore, gli immancabili Mark Shannon e Dirce Funari, ovvero le più note pornostar dell'epoca. Qualche piacevole cartolina esotica dall'estremo oriente rimane l'unica soddisfazione per il pubblico privo di intenti onanistici. Fotografia di Aristide Massaccesi, vero nome del regista. 1/10.
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