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Secret Love

Regia di Eva Husson vedi scheda film

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La recensione su Secret Love

di pazuzu
6 stelle

A pesare sulla piena riuscita di un'operazione sulla carta molto interessante sono la durata esagerata e la scarsa intensità della prolissa prima parte, che alla lunga risulta statica e ripetitiva, con la regista che si limita ad indugiare pigramente sui corpi nudi esposti con generosità dai due ottimi protagonisti.

 

 

Per Jane Fairchild, la Festa della Mamma è sempre stata un'occasione per riflettere sulla propria solitudine, non avendo lei mai conosciuto i propri genitori per esser stata abbandonata, in fasce, davanti a un orfanotrofio. Nell'Inghilterra del 1924, le sue origini per forza di cose umili l'hanno portata a trovare lavoro come domestica degli agiati Niven. Mentre questi approfittano della ricorrenza per andare a pranzo fuori con gli Sheringham, cui li unisce, oltre a un'amicizia di lungo corso, anche il dolore comune per aver avuto figli caduti al fronte, lei sfrutta il proprio giorno libero per recarsi in gran segreto proprio a casa Sheringham, dove l'aspetta Paul, unico figlio sopravvissuto alla guerra e suo amore tanto segreto quanto impossibile, perché prossimo a convolare a nozze combinate con una ragazza altrettanto benestante.

 

 

Diretto da Eva Husson e tratto dall'omonimo romanzo breve di Alice Birch, Mothering Sunday trascorre buona parte delle sue due ore scarse assieme a Jane e Paul e alla loro mezza giornata di sesso rubato: sulle loro conversazioni grava la distanza sociale che li costringe ad agire clandestinamente e al tempo stesso a definire reciprocamente i ruoli, con lei che sente di valer di più del nulla che la sua classe le permette, e lui che - dopo la morte dei fratelli - avverte tutta sulle proprie spalle la responsabilità di non poter tradire le aspettative dei genitori.
Il senso di vuoto e perdita è il filo conduttore dell'intero film, che man mano esce dall'intimità dell'incontro che intercorre tra i due amanti per spostarsi in avanti di sessant'anni, lasciando intendere come tutto il racconto sia il ricordo di una Jane ormai anziana, che in quella giornata inizialmente pregna di malinconico trasporto avrebbe vissuto emozioni talmente forti da poter essere la scintilla con la quale accendere veramente la propria vita.

 

 

Tutto è senz'altro lineare, ma a pesare sulla piena riuscita di un'operazione sulla carta molto interessante sono la durata esagerata e la scarsa intensità di quella prolissa prima parte, che alla lunga risulta statica e ripetitiva, con la regista che si limita ad indugiare pigramente sui corpi nudi esposti con generosità dai due ottimi protagonisti (Odessa Young e Josh O'Connor), senza trovare la maniera di aggiungere, con le immagini o con le parole, qualcosa al già detto e al già mostrato, finendo per flirtare pericolosamente con il voyeurismo. Superato l'impasse, il film riprende quota e il salvabile viene salvato. Ma nulla più.

 

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