Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
In una piovosa notte milanese (fotografata magnificamente da Matteo Cocco) Camilla (Smutniak), avvocatessa altolocata e di successo, viene investita da uno scooter. Uno dei due ragazzi sul mezzo muore. Lei lo cerca in obitorio, dove scopre che è il terzo morto non identificato del 2019 (da lì il titolo, probabilmente l'elemento più debole del film). La vita della donna, che è separata e vive con una figlia ventenne (Forza) con cui ha un rapporto conflittuale, ne viene stravolta. La determinazione a rintracciare la vittima, un giovane clandestino forse di nazionalità irachena, ribalta la scala di priorità dell'avvocatessa.
Soldini torna dietro la macchina da presa a quattro anni da Il colore nascosto delle cose, per raccontare l'intersezione possibile tra i primi e gli ultimi della scala sociale. Il racconto, non privo di qualche venatura thriller, funziona soprattutto per come riesce a mettere in scena il tormento esistenziale della protagonista (anche grazie all'intensa prova di Kasia Smutniak), costretta a uscire dalla zona di comfort fatta da una relazione rabberciata con un bauscia ammogliato (Mazzarelli) e il cellulare in mano h24 per motivi di lavoro. Ma il finale, con la doppia arma emotivamente ricattatoria nei confronti dello spettatore di un nuovo amore impossibile e di una riconciliazione con la figlia, è smaccatamente consolatorio e lo sviluppo di una sottotrama rosa appare poco convincente.
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