Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Film intimistico commovente e molto bello, da vedere per capire che GLI ALTRI SIAMO NOI.
Dopo quattro anni dal suo ultimo film “Il colore nascosto delle cose”, finalmente Silvio Soldini ha girato la sua nuova opera 3/19 titolo che rimanda alla catalogazione delle persone senza identità morte ed in attesa di essere sepolte all’obitorio di Milano.una intensa Kasia Smutniak interpreta il ruolo di Camilla avvocatessa molto competente ed affermata, una cinica donna di successo, nel mondo dell’alta finanza. Una notte Camilla in taxi con un collega ha una discussione e bruscamente scende dal mezzo, sotto la pioggia battente e si trova coinvolta in un incidente, viene urtata da un motorino con due persone a bordo, purtroppo un giovane extracomunitario sbalzato muore e la donna viene coinvolta nel caso aperto dalla polizia, per le indagini dovute dal sinistro. Per la prima volta in vita sua Camilla comprende che nel mondo ci sono anche gli altri, un mondo di invisibili, che non gli appartiene, ma che esiste, lo stesso tema del cambiamento, fu toccato anni fa anche da Ferzan Ozpetek con “Cuore sacro”, con una splendida Barbora Bobulova. Cruciale ed importante sarà l’incontro che Camilla farà con il direttore dell’obitorio Bruno(Francesco Colella), sarà così che Camilla cercando di ricostruire la vita di uno sconosciuto, scoprirà se stessa e lati del suo carattere, mai esplorati prima. Una donna che per il successo nel lavoro ha sacrificato tutto, la famiglia una figlia che non conosce a fondo, molto toccante il ricordo della sorella morta da giovane, un lutto non ancora elaborato, un nervo tuttora scoperto e doloroso, così finalmente dopo questo schock Camilla riscopre se stessa, non solo una donna realizzata nel lavoro, ma un essere umano sensibile e spirituale. Il film racconta e descrive il mondo dell’alta finanza, con un linguaggio usato da queste persone non comune ed identificabile come ad esempio call conference ed altre situazioni particolari e tecnicistiche, da addetti ai lavori. si vedono i grandi grattacieli di Citylife e si immaginano i tanti capitali che girano ad affari sempre più importanti ed internazionali. Un film intimo, con venature thriller, per il mistero del ragazzo sconosciuto morto, tutto porterà ad un cambiamento irreversibile, un’importante riflessione sull’importanza di aver rispetto per il prossimo, solo in questo modo si avrà più rispetto per se stessi. Camilla compirà un viaggio introspettivo dentro la propria coscienza e l’io più nascosto. Un percorso di rinascita profondo e vero. Gli opposti finiranno per attrarsi e fondersi in modo catartico: la vita e la morte la ricchezza opulenta e la povertà degli umili, degli indifesi dei reietti, ma non per questo privi di dignità e valore. Realistico toccante e straziante la parte del racconto, quando Camilla indaga in luoghi mai visti ne immaginati e frequentati: l’obitorio, la mensa dei poveri, l’umile casa del direttore dell’obitorio da cui viene attratta e colpita per la sua bellezza interiore, proveniente da un mondo diverso dal suo, ma non per questo meno interessante. Il cinema ha bisogno anche di registi intimisti e realistici come Silvio Soldini, un autore vero con uno stile sempre riconoscibile, molto attento e bravo a far recitare gli attori in modo naturale e profondamente umano.
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