Regia di Maggie Gyllenhaal vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - CONCORSO
Una professoressa cinquantenne inglese, specializzata in traduzioni dall'italiano e in viaggio da sola, arriva nella destinazione prescelta presso una vivace ed amena isola greca.
Un nell'alloggio fronte mare ove trascorrere una lunga vacanza tra relax e un po' di lavoro di traduzione. Dopo aver destreggiato le attenzioni un po' invadenti, ma garbate dell'anziano gestore della struttura, in spiaggia la donna si imbatte in una rumorosa famiglia di gente locale, ma la sua attenzione si sposta in particolare sul rapporto tra una bellissima giovane madre (una splendida e dallo sguardo inquietante Dakota Johnson) e la sua invadente ed un po' capricciosa figlia piccola.
La situazione la riporta, poco per volta, al dramma vissuto in gioventù nel gestire l'esser madre di due bambine e donna alla ricerca della propria legittima realizzazione.
Man mano che i drammatici ricordi affiorano alla mente, lo spettatore apprende, passo dopo passo, il dilemma esistenziale ed il rimorso che ancora condanna la donna alla infelicità. Nella sua opera d'esordio in regia la brava attrice Maggie Gyllenhall sceglie di trasporre uno dei romanzi più noti della scrittrice italiana di fama internazionale Elena Ferrante, ovvero La figlia oscura.
Un lavoro di per sé diligente, che sfrutta al meglio la potenzialità espressiva di un'attrice mattatrice e potente come risulta ogni volta essere Olivia Colman.
Ma commettendo anche evidenti ingenuità, come la totale mancanza di capacità di sintesi, che si esprime soprattutto nei lunghi, asfissianti momenti dedicati ai flash back esplicativi, impreziositi certo dalla presenza della altrettanto brava attrice in forte ascesa Jessie Buckley, ma di fatto davvero troppo ripetitivi e strumentali alla comprensione di una situazione ormai già sin troppo rappresentata.
Ne consegue un film eccessivamente verboso e lungo, appesantito da eccessive ripetizioni di situazioni e concetti ed affastellato di sotto-storie francamente inutili e fuori contesto (su tutte quella che introduce i due ospiti stranieri, uno dei quali interpretato da una smarrita Alba Rorhwacher).
Errori forse anche plausibili e propri di un esordio, ma di fatto pesanti per riuscire a mantenere salde le valide premesse che la storia si portava appresso.
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