Regia di Maggie Gyllenhaal vedi scheda film
78ma MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA – FUORI CONCORSO
Le vacanze su un'isola greca di Leda, una professoressa di letteratura italiana (Olivia Colman), vengono disturbate da turisti casinisti e tamarri. Quando una loro bambina sembra essersi perduta riaffiorano alla mente di Leda i ricordi del rapporto con le figlie, anni prima, quando le aveva abbandonate per tre anni in seguito alla crisi col marito.
La donna gironzola per l'isola rubando bambole e chiacchierando a cena con l'attempato guardiano delle case per turisti e con lo studente irlandese Will, che poi ha una tresca con la mamma della bimba che non si trovava, mentre troppi e troppo lunghi flashback ci riportano ai primi anni del suo matrimonio ed ai connessi sensi di colpa.
La durata eccessiva e la prolissità sono tra i problemi principali dell'opera prima da regista dell'attrice Maggie Gyllenhall, tratta dal romanzo “La figlia oscura” di Elena Ferrante. Il tono libresco tradisce l'origine letteraria e il film soffre di eccessiva dipendenza dal testo scritto, non sapendo discernere ciò che è adatto allo schermo e ciò che rende meglio sulla pagina stampata.
Purtroppo questo debutto dietro la macchina da presa delude, è un compitino che si vorrebbe ben fatto, ma non lo è neppure, è invece un mattoncello noioso, interminabile e pesante, che neppure l'usuale bravura della Colman riesce a salvare.
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