Regia di Maggie Gyllenhaal vedi scheda film
Dalla prosa paratattica di Elena Ferrante poteva essere tratta letteralmente qualsiasi cosa: l’autrice della Figlia oscura, nel romanzo breve che ha ispirato Maggie Gyllenhaal, accumula suggestioni su suggestioni a piovere per raccontare Leda e quello che sente e vede durante una vacanza sulla costa ionica italiana (che diventa isola greca nel film). Le differenze fra libro e film si contano sulle dita di una mano, fatte salve la nazionalità delle protagoniste, ma non è tanto la storia in sé o come venisse raccontata: c’era invece da valutare che tensione venisse tenuta per trattenere insieme presente e passato, ping pong di ricordi che gli eventi ispirano nella mente della protagonista.
E Maggie Gyllenhaal decide di stare con camera a mano, attaccata e mossa, vicina ai volti, tremando neanche troppo imperturbabile davanti all’impietoso ritratto di una donna infelice. È una piega poco hollywoodiana per un film di ambientazione anomala, che trova sempre nuove sottili soluzioni post-produttive per amalgamare i ricordi di Leda a un presente stranamente minaccioso (dagli ovvi jump-cut alle discrasie audio-video). Il percorso con cui la vacanza di Leda degenera, rivelando nel film i suoi precedenti molto più gradualmente che nel libro, è sostenuto da una regia senza pietismi né vezzi, che non depura il testo d’origine neanche di un singolo evento. Questo comporta una certa ridondanza che però il mistero delle protagonista compensa ampiamente: più conosciamo Leda, più domande verrebbero da farle e meno chiare diventano le sue intenzioni. Ci ritroviamo quasi come la Nina di Dakota Johnson, incuriosita dalla forestiera e piena di crisi e di interrogativi.
Alla fine il film, pur rifuggendo il mélo e aderendo a un approccio più schietto, a volte anche brutale, scopre nel volto di Olivia Colman la sede più giusta per una donna che desidera vivere e per questo risulta irragionevolmente scomoda e irraccontabile. E qualche candidatura alla sua interpretazione nella prossima stagione dei premi speriamo non gliela tolga nessuno.
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