Regia di Wes Craven vedi scheda film
Il capitolo in cui gli ingranaggi ruotano meglio. Innanzitutto perché è quello dove il gioco metacinematografico risulta più efficacie (non per nulla è il più simile a Nightmare – Nuovo incubo, pur non raggiungendone la compiutezza), grazie all'idea di far svolgere la vicenda sul set del terzo capitolo del film nel film Stab, con tutto ciò che ne consegue: l'assassino uccide seguendo l'ordine del copione (con delitti meglio cadenzati che in precedenza) e si creano dei divertenti siparietti fra i personaggi "reali" e le controparti "fake", si torna a giocare con gli stereotipi del genere mettendo l'accento sui finali di trilogia (con la furba idea di far "tornare" il cinefilo) e si rende Ghostface letteralmente il regista già delle macchinazioni del primo episodio. Inoltre in questo caso il mistero non si focalizza più tanto sull'identità del killer (mai particolarmente riuscita) quanto sul suo movente, occasione per muovere una critica feroce allo star system ed ai suoi burattinai (bellissimo in ciò il cameo di Carrie Fisher). Apprezzabile anche che Neve Campbell, anello debole del gruppo di protagonisti, appaia attivamente solo nella seconda metà.
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