Regia di Jeremy Podeswa vedi scheda film
A Toronto, durante tre giorni in cui la città è mobilitata alla ricerca di una bimba scomparsa, cinque personaggi che s’incontrano, si sfiorano e si ignorano, stanno sperimentando una sensazione fisica di perdita. Ognuno di loro lotta contro la progressiva scomparsa di uno dei cinque sensi: un uomo delle pulizie non sente più gli odori, la sua migliore amica e decoratrice di dolci non ha più il gusto, un oculista sta diventando sordo, una massaggiatrice sta perdendo la sensibilità al tatto e sua figlia ha bisogno di vedere il mondo con occhi nuovi. Una mancanza di sensorialità che diventa metafora della malattia di vivere della società di oggi, che riesce a mobilitarsi per la ricerca di una bimba scomparsa - e che per fortuna ricompare - ma è assolutamente incapace di consentire una reale comunicazione tra i suoi componenti. Un’alienazione che il regista canadese Jeremy Podeswa, al suo secondo film, traduce in una narrazione reticolare e ben orchestrata, che rimanda a quella altmaniana di “America oggi”, focalizzando le conseguenze di atti apparentemente casuali nel mondo delle relazioni umane, in una dimensione quasi spirituale, che chiama in gioco “il caso” kieslowskiano.
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