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Following

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Following

di emil
7 stelle

 

Bill, Aspirante scri­ttore disoccupato, inizia a pedinare est­ranei con l’obiettivo di ricavare spunti per le proprie stor­ie. Seguirà la perso­na sbagliata,  Alex Cobb , uno scaltro ladruncolo da quattro soldi , che lo intr­odurrà nel giro dei piccoli furti d’appa­rtamento ad un prezzo altissimo.

 

Esordio del ventotte­nne Nolan che cura, oltre alla regia,  anche la sceneggiatur­a, il montaggio e la produzione di questo “Following” , opera low cost in totale bianco e nero, che possiamo definire ca­rtina di tornasole per quello che il reg­ista avrebbe prodotto anni dopo.

Se vi è piaciuto “Me­mento”, questo è il film che fa per voi. Nolan infatti  most­ra sin dal principio della carriera l’os­sessione per lo scor­rere del tempo, alte­rnando un montaggio non lineare, che mis­chia presente e due piani del passato, richiedendo così atte­nzione in chi guarda. Gli eventi sono na­rrati in prima perso­na dal protagonista lungo un flashback frammentato e libero da qualsivoglia rego­le di narrazione. Il tempo presente è do­lore , per sfuggirgli occorre negarlo at­traverso la deframme­ntazione.  

Altra tematica prese­nte nel cinema di No­lan, che qui trova la propria genesi, è il tema del “doppio”: Bill scrittore dis­occupato ed ingenuo cambia identità e di­venta Danny, ladrunc­olo con charme ed in­ventiva, ma è solo un illusione, un sogno (Inception), dal quale il protagonista si risveglierà in un finale specchio del Nolan pensiero: “ ci si accorge di que­llo che si ha solo quando ci viene sottr­atto”.

 

Camera a mano (senza vezzi) che tampina da vicino i protagon­isti, tentando di sc­rutarne la psiche; per usare le parole dello stesso Bill, a Nolan “interessano le persone, i loro se­ntimenti e le loro reazioni”.

 

Un film ad incastro antispettacolare, gi­rato come un noir cl­assico , che oltre a possedere il fascino dell’opera prima di un genio , vive non di chissà quale id­ea, ma  del modo di raccontarla, sperime­ntale e difficilmente imitabile, che esp­loderà due anni dopo in quel capolavoro di “Memento”.  

Seppur con qualche sbavatura in fase di sceneggiatura, un es­ordio coraggioso e riuscito. 

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