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The two of them

Regia di Márta Mészáros vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The two of them

di yume
8 stelle

Ancora donne, amate e distrutte, ancora uomini, carnefici e vittime

locandina

The two of them (1978): locandina

Diary for My Children in bianco e nero (1980-83), che le valse il Grand Prix al Festival di Cannes e due film a colori, Diario per i miei amori (1987) e Diario per mio padre e mia madre (1990) coprono il periodo della guerra, gli anni stalinisti del dopoguerra e i processi politici che scossero l'Ungheria a metà degli anni '50.

Fino ad allora e dopo di allora Mészáros ha parlato di donne.

Donne sole con figli, donne con marito e figli, donne senza marito e senza figli.

Con quest’ultima categoria si era aperta la sua strada verso il cinema e Erzsebet, protagonista di The girl, è la più positiva e realizzata delle sue eroine.

Dopo di lei un campionario di fallimenti, vite che una ben precisa legge di natura porta ad intrecciarsi fra loro per la riproduzione della specie e quello che ne deriva è soprattutto frustrazione o disagio o dolore o rabbia, in breve l’intera gamma del non star bene a questo mondo.

E non solo le donne, ce n’è per tutti.

La parità nella sofferenza e nel disagio esistenziale è l’unica parità fra generi, il ruolo marginale e ancillare della donna nella Storia con effetto boomerang si è ritorto contro chi l’ha voluto, e l’uomo è forse più vittima che carnefice.

Fortemente deviante l’ottica di chi ancora si aggrappa a vecchi schemi, con i suoi 90 anni Mészáros ha visto e capito molto, non ha mai messo paletti, definirla femminista è riduttivo, banale, si fa torto alla sua immensa intelligenza.

scena

The two of them (1978): scena

Con Due di loro (Two for them o, in originale, Ök ketten) mette in scena due coppie: sposate con figli, non sposate con figlia.

Un borghese affermato, il primo, uomo di scienza e posto chiave negli ingranaggi giusti del sistema, vita nella capitale e trasferte impegnative, l’ultima in Mongolia, sposato con Mira, una ex bellissima ora in fase calante ma sempre bella (Marina Vlady), direttrice di un centro di accoglienza per ragazze sole nella squallida provincia ungherese. Un lavoretto che lui, in un momento di malumore e di sincerità, definisce “ridicolo”, e solo perché nota un principio di affrancamento della moglie dalla sua dipendenza.

scena

The two of them (1978): scena

Ex alcolista, sempre pronto a ricadute Janos, il secondo (Jan Nowicki ), disoccupato e disperato quanto basta, ha una bella bambina bionda che lo adora. Juli (Lili Monori) lo ama ma non finge di non vedere. E’ una  ribelle, nasce un legame con Mira da quando la donna le ha dato ospitalità nel centro saltando alcune regole, sono molto diverse ma c’è empatia profonda e ognuna rivela l’altra a sé stessa.

Storia di donne stritolate da uomini che le amano, ma “di cosa parliamo quando parliamo d’amore?” si chiedeva Carver quasi in quegli stessi anni dall’altra parte del globo.

Il bisogno di essere amati, di essere salvati, di comunicare in modo sincero rende cittadini del mondo, ma queste donne cosa risponderebbero a questa domanda?

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos'è che volevi?
Sentirmi chiamare amato, sentirmi
amato sulla terra.

C’è una bambina fra le due coppie, figlia di Janos e Juli.

Mészáros coglie spesso i suoi primi piani e le affida il finale:

Non è vero, non è vero!” grida sotto la neve mentre Mira, tornata dall’ospedale con lei, racconta a Juli che Janos sta bene. L’ha visto vomitare, strafatto di alcool, violento come solo un ubriaco sa esserlo. Ai buoni sentimenti pietosi non c’è mai fine, ma forse il mondo sarà salvato dai bambini.

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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