Regia di Paolo Costella vedi scheda film
A causa dell'incapacità dell'officiante - un prete poi scopertosi impostore - alcuni matrimoni sono dichiarati nulli. Il film, diretto da Paolo Costella, racconta le storie di quattro coppie non più sposate, ma invitate a ripresentarsi all'altare per "regolarizzare". Una decisione non scontata per donne e uomini ormai non più giovanissimi, alle prese con scontentezze, infedeltà, crisi di sentimento e difficoltà comunicative. Il matrimonio di Sara e Vito era finito da anni; sono divorziati e si affrontano in aspre battaglie legali, con gran vantaggio economico per gli avvocati. Paradossalmente, cessa tale stato giuridico ed essi hanno occasione di ripartire da zero, con la gioia del figlio Giulio. Giada ed Edoardo, Viola e Marco sono due coppie i cui membri sono molto amici tra loro; ma l'esistenza di un "triangolo" sentimentale e l'insoddisfazione di uno di loro generano una situazione "esplosiva". Andrea vorrebbe un figlio da Paola, ma ella, professionista in carriera, non è convinta di voler affrontare la maternità. Le tre complesse situazioni sentimentali procedono senza influenze reciproche. Potendo tornare sui loro passi, personaggi rassegnati a difficoltà divenute "routine quotidiane" - incomunicabilità, insoddisfazione, difficoltà nel conciliare carriera e vita familiare nella competitiva società odierna - portano allo scoperto le loro istanze, mandando in crisi delicati equilibri. Purtroppo, alcune questioni rimangono insolute. Se possiamo essere ragionevolmente certi sull'esito della vicenda di Vito e Sara, non altrettanto delle altre; l'epilogo mostra i personaggi sposarsi, ma con chiari riferimenti a quelli che potevano essere i matrimoni successivamente dichiarati nulli. I protagonisti appartengono ad un ambiente borghese medio-alto; è costante il riferimento alla carriera, qui rappresentata quale avversaria del benessere dell'unità familiare, sebbene strumento di affermazione delle aspirazioni individuali. Tra i personaggi, tutti un po' stereotipati, ad iniziare da Giulio, il classico bambino più maturo degli adulti, ho apprezzato Viola (Claudia Gerini), una donna "coerente" nella sua confusione. Ama il marito perchè le dà sicurezza; è attratta, però, dall'amante, anche per un certo gusto del "proibito". Interessante, altresì, Sara (Ambra Angiolini). Entrata in crisi coniugale con Vito - un uomo il cui entusiasmo per la vita si è lentamente spento - perchè giudicata immatura, mostra, nonostante la caoticità della propria vita e le costanti difficoltà economiche, d'essere stata una buona madre e di non aver influito negativamente sui rapporti tra figlio e padre, nonostante l'avversione provata per l'ex-coniuge. I toni sono quelli della commedia agrodolce ... per la precisione, più "agro" che "dolce" ! Il turbinio di sentimenti in esame è tanto vasto da risultare impossibile non rimanerne emotivamente coinvolti. Peccato per l'epilogo; diverse questioni rimangono irrisolte. Ciò, insieme ad una portata espressiva limitata - l'opera affronta i temi delle diverse difficoltà di coppia senza dir nulla che, al proposito, già non si sappia - mi fa propendere per una valutazione un pelino sotto la sufficienza. Ma il film è comunque "guardabile", soprattutto se piacciono gli attori.
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