Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Luca lavora nell'asilo nido aziendale di una megaditta; un'intossicazione alimentare gli dona un superpotere: riesce a capire la lingua dei bambini. Ne approfitta per smascherare un losco intrigo.
Sempre alla ricerca di un cinema spensierato, ma con una strizzatina d'occhio alla sua contemporaneità, Fausto Brizzi sforna questo Bla bla baby con le migliori intenzioni, e su questo non v'è dubbio, ma anche senza tante idee originali da proporre. La sceneggiatura (di Brizzi, Herbert Simone Paragnani, Paola Mammini e Mauro Uzzeo) prende idealmente le mosse da Senti chi parla (Amy Heckerling, 1989) ed esplora con delicatezza il complicato mondo della comunicazione tra adulti e neonati, meno scontato di quanto potrebbe in apparenza sembrare. Se i toni sono leggerissimi e gli argomenti molto, molto blandi, la recitazione non serve adeguatamente l'opera e nonostante le presenze di alcuni nomi di richiamo (Alessandro Preziosi, Maria Di Biase, Nicolas Vaporidis, Matilde Gioli e Chiara Noschese) il film, da questo punto di vista, non offre granché di memorabile. Anche i piccolissimi interpreti non vengono diretti in maniera ineccepibile, ma questo è un fatto su cui già più facilmente si può sorvolare. Una trama sgangherata con sottotraccia rosa, qualche battuta riuscita e un'ora e mezza spensierata: date le premesse questo è il massimo che si poteva chiedere a Bla bla baby. 3/10.
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