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Dante

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Dante

di mm40
6 stelle

1350, circa trent'anni dopo la morte di Dante Alighieri. Giovanni Boccaccio si muove da Firenze a Ravenna in cerca della figlia del sommo poeta, unica sopravvissuta tra i suoi discendenti, ora monaca in un convento romagnolo. Alla donna porterà il perdono dei fiorentini per suo padre, esiliato dopo essersi schierato con i Guelfi bianchi; nel corso del viaggio, Boccaccio verrà a conoscenza di molti particolari interessanti sulla vita di Dante.


La storia è vera: sia quella del viaggio di Boccaccio alla ricerca della figlia di Dante, fattasi monaca in quel di Ravenna, sia quella narrata dallo stesso Boccaccio nel suo Trattatello in laude di Dante da cui prende i suoi passi la sceneggiatura scritta da Pupi Avati per questo suo film. Partendo da tali basi, storicamente e letterariamente solidissime, il regista bolognese mette in piedi un lavoro dalle ambizioni alte quanto mai e dalle aspettative proporzionate: gli obiettivi vengono centrati tutti, anche dal punto di vista dell'intrattenimento e della confezione dell'opera. In produzione, al fratello Antonio Avati si affianca tra gli altri anche la Rai, anche se in effetti l'apporto della televisione di Stato, dati i presupposti, non poteva mancare. Tra gli interpreti i nomi di spicco sono tanti: dal Sergio Castellitto-Boccaccio all'Alessandro Sperduti (già con Olmi, i Taviani, Moretti) che veste i panni del giovane Dante, fino ad arrivare a Erika Blank, Alessandro Haber, Enrico Lo Verso, Leopoldo Mastelloni, Milena Vukotic, Valeria D'Obici e Gianni Cavina in quello che sarà purtroppo il suo ultimo ruolo. Grande lavoro, ben ripagato sullo schermo, da parte di Andrea Sorrentino – costumi – e di Laura Perini e Mattia Federici, per le scenografie. Cento minuti di durata, forse non digeribili per tutti dato l'argomento e il pathos, carico di rispetto, con cui viene trattato. 6/10.

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