Dante muore in esilio a Ravenna nel 1321. Nel settembre del 1350, Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d'oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell'esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga. Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a narrare la sua intera storia.
Ho visto il film la sera di Martedì grasso: quindi il naso finto dell'insulso Dante è l'unica cosa che mi ha stimolato in questa confusa, verbosa e tediosa rappresentazione del solito medioevo deprimente di Avati. Le belle immagini dell'ottima fotografia - a parte la disgustosa cacata in riva al fiume -non bastano a salvare il film.
Visto di recente. Aldilà di una ricostruzione sontuosa la storia è piatta e confusa, il film non decolla anche se il finale è commovente. Nella sostanza una bella occasione persa…
Parto subito col dire che non è affatto praticabile l'intenzione di fare di questo "Dante" di Pupi Avati un prodotto didattico da promuovere nelle scuole. Troppo verboso per poter fungere da primo approccio col Sommo Poeta. Non bastano una buona fotografia e una scenografia che si rifà alla grande pittura del tempo. E neanche il mestiere di Avati.
Avati non riesce nella difficile impresa di avvicinare Dante al pubblico mostrandolo come un ragazzo qualsiasi, che come tanti vive un amore impossibile. Dove il film funziona molto meglio è nel racconto dell'eredità del Sommo Poeta e del suo mito, filtrato dallo sguardo del suo più grande ammiratore: Boccaccio. Visivamente molto ricercato. 6,5
Spiace per Avati, ma la sua lettura di Dante non è all'altezza: non bastano delle meravigliose idee visive per allontanarsi dal modello para-televisivo rai. Alcune ottime idee galleggiano, isolate, dentro una sceneggiatura priva di mordente, incapace di suscitare un interesse intellettuale o emotivo e che a malapena sfiora l'arte della poesia.
Pupi Avati torna al Medioevo, da lui già frequentato in film come "Magnificat", per un bio-pic sul Sommo Poeta che si rivela un'opera insolita, dai tracciati irregolari, in parte biografia di Dante, purtroppo alquanto scolastica e oleografica, in parte road movie di Giovanni Boccaccio diretto verso Ravenna alla ricerca dei luoghi che ospitarono l'infelice Poeta nell'esilio dalla sua amata… leggi tutto
Questa biografia dantesca induce ad una riflessione sul cinema avatiano recente e meno recente. Pupi e Antonio Avati sembrano accarezzare più volte l’idea di filmare peregrinaggi verso la morte. La vita stessa lo è, essendo un cammino che dalla nascita si sublima con il trapasso. Però da buoni cattolici dovrebbero rappresentare le conclusioni con afflati di speranza… leggi tutto
Lastricato di buone intenzioni, il film si incanta troppo a guardarsi addosso, cercando la poesia ma mostrando la ruvidezza dei tempi, sfiorando la delicatezza dei corpi ma scontrandosi con la crudezza delle conseguenze di malattia e morte. Pupi Avati non dimentica il nucleo cupo e misterioso, aspro e crudele contenuto nel suo cinema apparentemente tenue e sospirato, cercando con Dante il giusto… leggi tutto
Lastricato di buone intenzioni, il film si incanta troppo a guardarsi addosso, cercando la poesia ma mostrando la ruvidezza dei tempi, sfiorando la delicatezza dei corpi ma scontrandosi con la crudezza delle conseguenze di malattia e morte. Pupi Avati non dimentica il nucleo cupo e misterioso, aspro e crudele contenuto nel suo cinema apparentemente tenue e sospirato, cercando con Dante il giusto…
Film sublime, in cui si cerca di immaginare, e far rivivere, le emozioni provate da personaggi noti, altisonanti, ma poco indagati. Il regista, lo fa con una cura maniacale, assurda, nel rispetto assoluto del il periodo storico. ( Se hai apprezzato "Magnificat" che altro non è che una trascrizione visiva di scritti di quel periodo, e ciò, è semplicemente meraviglioso)…
Questa biografia dantesca induce ad una riflessione sul cinema avatiano recente e meno recente. Pupi e Antonio Avati sembrano accarezzare più volte l’idea di filmare peregrinaggi verso la morte. La vita stessa lo è, essendo un cammino che dalla nascita si sublima con il trapasso. Però da buoni cattolici dovrebbero rappresentare le conclusioni con afflati di speranza…
Da un regista come Pupi Avati non mi sono sbagliato ad attendermi una pellicola con personaggi ed estetica non convenzionali; non hollywoodiani, ma neppure italiani, se pensiamo alla fiction o ai prodotti più standardizzati. E posso aggiungere che maestro bolognese non mi ha deluso.
Il regista ci presenta un Medioevo segnato dalla malattia e dalla morte – elementi questi che…
Teoria delle Stringhe (e delle Brane) “vs.” Gravità Quantistica a Loop: ed è subito crisi ipoglicemica. In verità, per comprendere quanto questo “Buchi Bianchi -…
1350, circa trent'anni dopo la morte di Dante Alighieri. Giovanni Boccaccio si muove da Firenze a Ravenna in cerca della figlia del sommo poeta, unica sopravvissuta tra i suoi discendenti, ora monaca in un convento romagnolo. Alla donna porterà il perdono dei fiorentini per suo padre, esiliato dopo essersi schierato con i Guelfi bianchi; nel corso del viaggio, Boccaccio verrà a…
Con l'affievolirsi della seconda pandemia di peste, che mieté 20 milioni di vittime in Europa, la decimata città di Firenze fa i conti con la propria coscienza, e accorda un perdono postumo a Durante degli Alighieri, morto in esilio per motivi politici. Incaricato di portare un guiderdone risarcitorio alla figlia superstite del Sommo Poeta, oblata in Ravenna, è messer…
È stato un weekend parzialmente "falsato" dal fatto che l'uscita di almeno due titoli - Il colibrì e Il ragazzo e la tigre - è avvenuta in ritardo (e cioè il venerdì anziché il…
La risposta è "poco, ma abbastanza". Il riferimento è alla domanda un po' polemica che avevamo fatto giovedì scorso, nel presentare i film in uscita: "Quanto vale un film con una coppia di attori…
Pupi Avati torna al Medioevo, da lui già frequentato in film come "Magnificat", per un bio-pic sul Sommo Poeta che si rivela un'opera insolita, dai tracciati irregolari, in parte biografia di Dante, purtroppo alquanto scolastica e oleografica, in parte road movie di Giovanni Boccaccio diretto verso Ravenna alla ricerca dei luoghi che ospitarono l'infelice Poeta nell'esilio dalla sua amata…
Alla fine ce l'ha fatta, a dimostrare la forza delle nicchie: Dragon Ball Super: Super Hero, che appartiene a quella categoria di film che tipicamente arrivano in sala da noi come film-evento, si è…
AL CINEMA
Pupi Avati traduce sullo schermo ciò che, da appassionato conoscitore del Medioevo, ci ha raccontato nel suo romanzo Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante, in cui immagina che all'autore del Decameron venga assegnato compito, da parte della potestà fiorentina, di raggiungere la figlia del peta deceduto, ovvero Beatrice, chiusa in un convento, per risarcirla…
Dobbiamo fare un'ammissione: in tempi recenti - diciamo negli ultimi due anni, segnati dalla terribile crisi delle sale - abbiamo spesso presentato i nuovi titoli in sala con un occhio già al botteghino del…
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Commenti (13) vedi tutti
Amor ch'a nullo Pupi amar perdona
commento di Arch_StantonSplendide le ambientazioni. Originale lo sviluppo. Interessante. 7
commento di BradyDopo 10 minuti ho capito che è troppo noioso per il mio livello di sopportazione e ho cambiato film
commento di Artemisia1593Verboso?!? Fatti non foste per viver come bestieee... Divino, ma manca la Commedia.
commento di Ippolito-AbelliRicostruzioni sontuose per un Film Biografico abbastanza esile.voto.4.
commento di chribio1Ho visto il film la sera di Martedì grasso: quindi il naso finto dell'insulso Dante è l'unica cosa che mi ha stimolato in questa confusa, verbosa e tediosa rappresentazione del solito medioevo deprimente di Avati. Le belle immagini dell'ottima fotografia - a parte la disgustosa cacata in riva al fiume -non bastano a salvare il film.
commento di gherritAttraverso il personaggio di Giovanni Boccaccio, Pupi Avati ripercorre la vita di Dante, segnata dall'esilio e dall'ingiustizia.
leggi la recensione completa di BalivernaVisto di recente. Aldilà di una ricostruzione sontuosa la storia è piatta e confusa, il film non decolla anche se il finale è commovente. Nella sostanza una bella occasione persa…
commento di BrunoarceriUn occasione sprecata. Consigliato a chi soffre d'insonnia.
commento di gruvierazParto subito col dire che non è affatto praticabile l'intenzione di fare di questo "Dante" di Pupi Avati un prodotto didattico da promuovere nelle scuole. Troppo verboso per poter fungere da primo approccio col Sommo Poeta. Non bastano una buona fotografia e una scenografia che si rifà alla grande pittura del tempo. E neanche il mestiere di Avati.
commento di Peppe ComuneUn film serio e ben fatto,ma troppo verboso e lento fino allo sfinimento...per me un 5.5
commento di ezioAvati non riesce nella difficile impresa di avvicinare Dante al pubblico mostrandolo come un ragazzo qualsiasi, che come tanti vive un amore impossibile. Dove il film funziona molto meglio è nel racconto dell'eredità del Sommo Poeta e del suo mito, filtrato dallo sguardo del suo più grande ammiratore: Boccaccio. Visivamente molto ricercato. 6,5
commento di rickdeckardSpiace per Avati, ma la sua lettura di Dante non è all'altezza: non bastano delle meravigliose idee visive per allontanarsi dal modello para-televisivo rai. Alcune ottime idee galleggiano, isolate, dentro una sceneggiatura priva di mordente, incapace di suscitare un interesse intellettuale o emotivo e che a malapena sfiora l'arte della poesia.
commento di r.237