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Comedians

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Comedians

di diomede917
7 stelle
CIAK MI GIRANO, LE CRITICHE DI DIOMEDE917: COMEDIANS
Era una notte buia e tempestosa quella del ritorno di Gabriele Salvatores al suo passato.
Dopo 35 anni riprende il testo teatrale che ha portato in scena a inizio carriera (Comedians dell’inglese Trevor Griffiths) con un gruppo di giovani comici ribelli e di belle speranze che portavano il nome di Paolo Rossi, Claudio Bisio, Silvio Orlando, Bebo Storti e Gigio Alberti e che nel’87 segnò il suo vero debutto cinematografico con quel Kamikazen – Ultima Notte a Milano una sorta di Elogio alla Follia comica.
In questi anni Gabriele Salvatores è maturato, ha vinto un Oscar ed è considerato uno dei più grandi registi italiani contemporanei e forse per questo motivo ha deciso di ritornare al suo primo amore ma con lo sguardo di chi nella vita ne ha viste tante creando un film dai toni molto cupi creando un mix tra un horror da camera e un gioco al massacro dentro 4 mura in stile Iene o Carnage.
6 comici, 6 bordeline della società, 6 falliti che si giocano tutto in una sera.
La prima cosa che colpisce è che le 6 piccole belve litigiose si ritrovano in una aula del Liceo Beccaria in quanto studenti di un corso serale di Stand Up tenuto da Eddie Barni, una vecchia e talentuosa gloria della comicità che non è esplosa per essere fedele ai propri ideali. E questa chiave di lettura iniziale è importantissima. Al centro c’è il comico, l’attore, lo studio. Niente Laboratori sgrausi e allo stato brado. Banchi di scuola e tecnica. Il talento comico al servizio delle regole basilari del mestiere dell’attore.
Perché Comedians è prima di tutto la rappresentazione del conflitto eterno che c’è all’interno della comicità. Stand up contro Cabaret, Comedian o Monologhista, la Risata come mezzo o come fine, Bravura o successo, talento o fama. E soprattutto fino a che punto sei disposto a cambiare te stesso pur di ottenere un contratto televisivo.
Il Mondo raccontato da Salvatores è solo a tinte nere o comunque personaggi e anime in penombra. E il conflitto è rappresentato dalla gara di bravura che si instaura tra Natalino Balasso (in una sola parola immenso) e Christian De Sica. Il primo rappresentante di una comicità pura, cerebrale, poco incline al compromesso dove il comico si spoglia e si mette a nudo al pubblico; Il secondo cinico, diretto. Pochi giri di parole, il pubblico deve ridere punto e basta fino ad arrivare al roboante finale, gli stereotipi hanno rotto il cazzo alla gente. Perché ricordatevi che 2 risate sono meglio di una.
Gabriele Salvatores racconta le ultime due ore di vita artistica dei 6 aspiranti comici battendo il tempo sullo schermo ogni quarto d’ora, facendoci assaporare le loro paure, i loro fallimenti e la loro adrenalina.
A sfidarsi e decidere se andare avanti con la propria idea di comicità o cedere al compromesso per uscire dalla mediocrità ci sono i fratelli Marri (Ale e Franz) entrambi segnati dal dolore per le condizioni del proprio padre ed entrambi poco rassegnati al proprio ruolo di spalla e comico, Sam Verona e Michele Cacace ( Marco Bonadei e Vincenzo Zampa) ossia la rappresentazione vivente dello stereotipo, l’ebreo e il meridionale entrambi incastrati nel loro clichè ed entrambi sofferenti del loro ruolo che la società gli ha riservato, Gio Di Meo (Walter Leonardi) il battutista dalla battuta facile sempre al limite della barzelletta, l’operaio che cerca nella comicità il riscatto da anni di fabbrica ed infine Giulio Zappa (Giulio Pranno) il più giovane, il più ribelle, il più illuso, il clown che deride e insulta la vita, è quello che alla fine non fa ridere forse perché c’è poco da ridere.
Comedians ci racconta e ci fa vedere la disperazione e la rabbia che c’è dietro alla tua risata, i comici sono egoisti non sono solidali, sono disposti a tutto pur di arrivare all’obiettivo finale per poi non godersi appieno la loro gloria.
Il vero difetto del film di Salvatores è che si sente che il testo è degli anni ’80. Alcuni stereotipi, seppur presenti ai giorni nostri, non sono stati aggiornati e le stesse battute delle sul palco hanno quel senso di già sentito. Forse questo effetto è voluto dal regista, quasi a sottolineare che nel mondo della comicità ci sono dei comici (falliti e non, che giocano in serie A o in serie C) che ripetono lo stesso repertorio da più di 30 anni rimanendo forse schiavi del proprio personaggio e schiacciati dal nuovo che avanza….che poi quanto sarà nuovo chi lo sa.
Nel complesso Comedians è un bel film sul quanto sia serio fare ridere, sul comico come artista maledetto che vaga di notte da solo accompagnato dalla musica e dalla voce di Tom Waits l'unico che li può rappresentare .
Voto 7
 
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