Trama
Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c'è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l'ultima. Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità?
Curiosità
La genesi del film
Nel 2020 la diffusione del Covid-19 ha scombinato non pochi piani. Tra questi, c'erano anche i programmi di Gabriele Salvatores, che avrebbe dovuto girare un film in costume, troppo complicato da organizzare in tempi di pandemia. "Ma non volevo stare fermo - racconta il regista - mi sentivo e mi sento responsabile per le persone con cui lavoro. Allora ho provato a pensare a un film più contenuto nei personaggi e nei luoghi, qualcosa che venisse dal teatro. E un testo che ho amato e che a teatro aveva avuto molto successo lo avevo: Comedians! Così ho proposto a Griffiths di adattarlo per il grande schermo, e lui con grande entusiasmo mi ha risposto: "Go ahead with all speed. You'll do it well. Cioè vai a tutta birra, andrai bene".
Scritto nei primi anni Settanta dal drammaturgo inglese Trevor Griffiths, l'opera debuttò il 20 febbraio 1975 al Nottingham Playhouse, e da lì girò il mondo. Nel 1985 Gabriele Salvatores lo portò al Teatro dell'Elfo di Milano con un cast di giovani attori - Paolo Rossi, Silvio Orlando, Claudio Bisio, Bebo Storti, Renato Sarti - destinati a diventare molto famosi. Venne replicato per tre anni.
"Quando Gabriele mi ha proposto di portare il testo su grande schermo ne sono stato felice". Il drammaturgo Griffiths è rimasto entusiasta del progetto: "Degli anni all'Elfo ricordo vividamente l'entusiasmo. La versione di Gabriele trasmetteva una straordinaria energia anarchica, che ho amato e che risuonava chiaramente tra il pubblico, proprio come accadeva con l'originale".
In un testo che unisce comico e drammatico e porta sul campo elementi di estrema attualità e di dibattito contemporaneo - la possibilità di abbracciare la bugia, il tradire i propri maestri e affetti per il successo - si riflette sul significato della risata, sul ridere anche di cose terribili. Per portarci poi a chiederci: perché sto ridendo?
La parola al regista Gabriele Salvatores
"C'è un curioso e, in qualche modo, fortunato rapporto tra me e il testo di Griffiths, Comedians.
35 anni fa, la messa in scena al Teatro dell'Elfo di Milano, mi aprì la strada per arrivare al Cinema.
Oggi, in piena pandemia, mi permette di realizzare un film nonostante tutto, e di continuare a lavorare con la mia "famiglia" cinematografica che si era trovata senza lavoro per l'impossibilità di realizzare il progetto a cui stavamo lavorando e che era troppo complicato da girare in condizioni di emergenza sanitaria.
Nel lontano 1985, data del debutto a teatro, eravamo giovani alla ricerca del successo, spericolati e anarchici, irregolari e affamati e, nelle nostre mani, il testo si trasformò in un ottimo contenitore per una sarabanda di gags e battute comiche, a volte improvvisate sul palco, come nel Jazz.
Oggi, rileggendolo, il testo di Griffiths mi mostra il "Dark Side of the Moon" come direbbero i Pink Floyd, il suo lato oscuro, il suo cono d'ombra.
Certo, il testo è un'indagine sul concetto di comicità e non mancano i momenti divertenti, ma, probabilmente condizionato dai tempi che stiamo vivendo, ho visto emergere dalle parole di Griffiths delle persone sull'orlo del fallimento, pronte a tradire un'amicizia o un maestro, un'umanità minima che cerca in tuti i modi di sopravvivere, lottando senza sosta contro un destino avaro. E ho deciso di rimanere molto più fedele al testo originale: siamo tutti "Comedians"!
In due settimane di prove con gli attori e il direttore della fotografia, ho messo praticamente in scena il testo come a teatro, decidendo le posizioni degli attori e della macchina da presa, i movimenti e le luci… Questo mi ha permesso di girare in ordine cronologico, seguendo la storia, con gli attori che sapevano tutto il testo a memoria, con lunghi piani sequenza, un'illuminazione che mi permetteva di muovere la macchina da presa a 360 gradi e, per la gioia dei produttori, in sole quattro settimane!
Quello a teatro era il mio "Comedians" a 35 anni. Questo è il mio "Comedians" a 70.
E, come dice Griffiths: "L'uomo è l'unico animale che ride". A volte solo per allontanare la paura".
Note
Trasposizione cinematografica dell'omonima opera teatrale di Trevor Griffiths.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Senza lode ne infamia.
commento di gruvierazMi pare d'avere capito tramite i Titoli di Coda che sia stato girato a Trieste,ma comunque la visione è da dimenticare in fretta ... sarà anche per colpa di qualche Canzone di Tom Waits ?!?! voto.0.
commento di chribio1Film intelligente. Purtroppo l'origine teatrale è fin troppo evidente, soprattutto nella recitazione appunto tratrale degli attori. Attori comunque ispirati e ben diretti. Che comico avrei scritturato io? Cacace, il meridionale. Bravo De Sica grazie a dio, e Giulio Pranno il nuovo volto feticcio di Salvatores.
commento di scapigliatoUn film sul significato e ruolo della comicità interpretato da cabarettisti intristiti che non fanno divertire. Si dipana, estremamente verboso, tra parolacce, litigi e considerazioni filosofiche all'interno di un'aula scolastica. A teatro è stato un successo al cinema invece passa e va. Senza infamia e senza lode si dimenticherà in fretta.
commento di bombo1