Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Un film che, in tutta onestà, non mi ha suscitato alcun interesse.
In questo caso invece concordo col voto medio della rivista FilmTv, e cioè 5,5. Perché boh, quale è il senso del film? Da quanto ho capito, Kenneth Branagh parla della sua infanzia a Belfast. Ed è subito chissene. Correva e giocava per strada, in un ambiente sicuro e rilassato, dove tutti si conoscono….esperienza vissuta da milioni se non miliardi di bambini, specie di una certa generazione. E dunque? Che c’è di particolare? Eh, ma era Belfast! La guerra civile, cattolici contro protestanti…beh, al di là del vomito nel rivedere gente che si mena perché uno si genuflette davanti a un dio in un modo, e l’altro in un altro modo, ecco, al di là del (solito) schifo davanti a qualunque guerra di religione…beh, è una vicenda storica sviscerata di cui si sa tutto. E a cui questo film non aggiunge nulla. Altro? Suo papà andava emigrante in Inghilterra…altro? Alla fine, decidono saggiamente che vivere in guerra non è sicuro e vanno in Inghilterra. Ok, ma il film? Finito? In pratica sono le vicende di questo ragazzino, con lo sfondo della Belfast in guerriglia, della famiglia, della scuola, etc…Mah. Empatia, zero, da parte mia. Zero virgola zero. La critica d’Oltreoceano ha invece tessuto lodi sperticate, la sceneggiatura ha vinto l’Oscar e il film venne pure candidato all’Oscar, nella quota “Brooklyn”, la chiamo io, cioè un film che fa cagare ma che va inserito perché fa figo averlo nella cinquina o nella decina o quel che l’è. Al botteghino (d’essai) si è difeso, pure da noi nelle classifiche settimanali è arrivato al terzo posto.
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