Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Appassionato, a tratti vibrante ma un po' furbetto questo "Belfast" di Kenneth Branagh, grande attore e discreto regista con una lunga carriera alle spalle, che l'ha definito un esempio di "autofiction" sulla scia di "Dolor y gloria" di Pedro Almodovar. Attraverso la storia di un bambino di nove anni, Buddy, e della sua famiglia nella Belfast del 1969 sconvolta dai Riots dei protestanti contro i cattolici, Branagh sceglie anche lui di realizzare un film di memoria, un Amarcord sulla scia di modelli illustri che però iniziano ad essere un po' troppi, un filone ormai troppo sfruttato che finisce per togliere qualcosa alla pellicola in termini di novità e di capacità di sorprendere lo spettatore; va riconosciuta a Branagh una notevole attenzione al contesto ambientale e una scrittura per molti versi puntigliosa, che indaga in maniera robusta sulle dinamiche familiari e sulle prime esperienze che forgeranno il carattere del bambino, che da grande diventerà un meraviglioso interprete shakespeariano ma da piccolo andava insieme ai genitori a vedere la bella Raquel Welch seminuda. Gli aneddoti spaziano dai racconti dei nonni all'eterna difficoltà del padre di trovare un lavoro sicuro, che porta a parlare di progetti di emigrazione, dal conflitto religioso particolarmente aspro nella città alle prime esperienze di vita vissuta, dalla cotta per una compagna prima della classe ai maldestri furti con un'amichetta un po' troppo spericolata. Branagh racconta con grazia, con buona padronanza del linguaggio e invenzioni generalmente felici, pur con qualche rimando western un po' troppo ostentato e alcuni momenti dove la cronaca impressionista del ragazzino e dei suoi familiari non si inserisce perfettamente nel quadro storico a cui il regista sembra dare molta importanza. Ottimo lavoro sul cast, con in testa la bravissima Caitriona Balfe che tutti davano sicuramente candidata all'Oscar e che è stata scalzata da Judi Dench, davvero intensa e convincente nel ruolo della madre, affiancata da un Jamie Dornan bello ma non solo decorativo, molto a suo agio nel ruolo del padre, da una Judi Dench che fa tesoro delle sue poche scene insieme a Ciaran Hinds come nonni abbastanza simpatici e premurosi e dal debuttante ma simpatico Jude Hill. Film che ha avuto un successo di stima importante per una pellicola tutto sommato "piccola" e molto personale, candidato a ben 7 Oscar, "Belfast" è la testimonianza di un talento registico esuberante, spesso discontinuo, ma che merita di proseguire la sua ricerca.
Voto 7/10
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