Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
16° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE/ALICE NELLA CITTÀ
Uno studente nerd, complessato quanto basta per assicurarsi un certo isolamento sociale con relativa, crudele emarginazione, intreccia la sua invisibile esistenza con quella di un ragazzo di ricco ceto che, dopo averlo umiliato in pubblico, cerca in lui quella salvezza esistenziale verso cui si aggrappa inutilmente, prima di scivolare verso una tragica soluzione.
Il ritrovamento di un messaggio apparentemente inviato dal suicida al nostro nerd, in realtà scritto da quest'ultimo come "compito" assegnato dal proprio psicanslista e volto ad alimentare in se stesso un briciolo di autostima, crea un imbarazzante misunderstanding in grado di mettere a fuoco e fiamme la vita banale del ragazzino, catapultandolo agli altari della cronaca, per poi ricacciarlo nel fango.
La vicenda in sé poteva starci; sviluppata sotto forma di musical isterico e tutto acuti strillati, lungo e sfinente per oltre due ore, diventa un vero e proprio strumento di tortura, che, unito alla scomodità dei posti dell'Auditorium Parco della Musica (una vergogna si possano concepire posti così sacrificati entro sale dagli spazi elevato!!), conducono alcuni spettatori, tra cui il sottoscritto, in un percorso che pare una passione.
Per chi ha amato Wonder, questo film risulterà la conferma di entusiasmo che nemmeno minimamente sono riuscito a percepire.
Per altri come me, una nuova occasione per detestare un certo stile di cinema che usa il musical per spingersi oltre ogni confine di decenza per rappresentare sentimenti e attitudini intime al contrario bisognose di una certa sincerità di intenti per essere correttamente sviscerate.
In mezzo ad un cast che include star di primo livello come Julianne Moore e Amy Adams, troviamo un Ben Platt in odore di futuro divismo, che si avvia a diventare il nuovo nerd per eccellenza rubando il ruolo all'ormai maturo Jesse Eisenberg.
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