Trama
Evan Hansen, un liceale affetto da disturbo d'ansia sociale, affronta il suo viaggio alla scoperta di sé e all'accettazione in seguito al suicidio di un compagno di classe.
Approfondimento
CARO EVAN HANSEN: DA UN FENOMENO DI BROADWAY
Diretto da Stephen Chbosky e sceneggiato da Steven Levenson, Caro Evan Hansen racconta la storia di Evan Hansen, un adolescente ansioso e isolato alla disperata ricerca di comprensione e amicizia nel caos della crudele età dei social. In continua osservazione degli altri, Evan frequenta l'ultimo anno del liceo ma è completamente invisibile agli occhi dei suoi coetanei. La lettera di incoraggiamento che scrive a se stesso viene però rubata da Connor Murphy, una figura solitaria e volubile, ed è poi successivamente trovata dalla madre di Connor, Cynthia, e dal padre adottivo dopo che il ragazzo si è tolto la vita. La loro speranza, alimentata dalla lettera, è che il figlio possa aver trovato in Evan l'unico amico della sua breve vita. Per consolare una famiglia straziata dal dolore, Evan inventa una storia di amicizia che non c’è mai stata. Ciò che parte come un'innocente bugia costruita sulla compassione si trasforma in una spirale che Evan non si aspetta e per cui non è preparato. Se all'inizio è celebrato per qualcuno che non è in realtà, Evan deve lottare per trovare il coraggio di dire la verità ed essere finalmente visto per la persona che è.
Con la direzione della fotografia di Brandon Trost, le scenografie di Beth Mickle, i costumi di Sekinah Brown e la colonna sonora di Dan Romer e Justin Paul, Caro Evan Hansen è l'adattamento di un musical nato a Broadway. In grado di segnare un'intera generazione, il musical ha testi e musiche firmate dal duo Benj Pasek e Justin Paul, che ne ricordano la genesi: "Abbiamo iniziato a riflettere su un soggetto ispirato ai ricordi della nostra vita da liceali durante il periodo dell’11 settembre e dell’esplosione dei social media. Siamo entrambi testimoni di quei momenti di dolore collettivo e volevamo indagare quel bisogno condiviso che ha spinto le persone a esprimere il proprio dolore pubblicamente, per vivere una tragedia nazionale. Ci siamo interrogati sulla crescente solitudine che colpisce la nostra società e sull’attitudine sempre maggiore che porta le persone a voler diventare protagonisti delle tragedie che li circondano. Abbiamo così bisogno di essere apprezzati da fare cose che non avremmo mai preso in considerazione?". Il duo ha elaborato l’idea e lavorato alla ricerca di qualcuno talmente disperato da millantare l’amicizia con la vittima di una tragedia. "Era successo a entrambi di assistere a un fenomeno del genere durante gli anni del liceo e a entrambi era apparso come un fatto straordinario", ha confessato Pasek. "La frequenza dei suicidi è in aumento da anni, come il senso di solitudine o l’isolamento sociale, anche in un periodo storico in cui sembriamo tutti connessi più che mai. L’esposizione del dolore in chiave pubblica è arrivato a livelli mai visti e sembra sempre più comune il tentativo di fare proprie le altrui vicissitudini. Siamo arrivati con il tempo alla convinzione che questa riflessione avrebbe alimentato la scrittura di una storia".
Pasek e Paul hanno proseguito la loro ricerca sul tema dell’identità e della creazione di una comunità, soprattutto in funzione di un lutto e di un dolore condiviso. Anche se entrambi erano ben consapevoli che non si trattasse di un argomento facilmente vendibile, hanno voluto comunque scrivere per loro stessi. Anni dopo è arrivato l’incontro con uno scrittore sulla stessa lunghezza d’onda, Steven Levenson, che li ha affiancati per riuscire a modellare queste idee e renderle un memorabile successo a teatro.
Il cast
A dirigere Caro Evan Hansen è Stephen Chbosky, regista statunitense. Nato a Pittburgh nel 1970, Chbosky è particolarmente noto per la sua attività di sceneggiatore prima che di regista. A lui si deve infatti la sceneggiatura di La bella e la bestia, l'adattamento in live action dell'omonimo classico… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Bella l'idea di far fare ad un trentenne che dimostra 40 anni la parte del liceale
commento di arcarsenal79Pretestuosa, falsa e irritante esaltazione di un melenso masochismo opportunista auto-assolutorio. Il tema serio e doloroso del disagio mentale - che può spesso portare al suicidio - non merita di essere pilotato in modo vigliacco e ruffiano.
commento di Leo Maltin