Regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury vedi scheda film
Una coppia di ragazzi, appassionata di video fai da te e alla perenne ricerca di spunti per poter realizzare e pubblicare un prodotto in grado di poterli trasformare in blogger così cliccati da assicurarsi un facile guadagno, si aggira alla ricerca di case e luoghi coinvolti in episodi misteriosi o non così chiaramente messi in luce, da poter in qualche modo attrarre la curiosità della massa.
L'ultimo dei propositi, è quello di immergersi in un lago artificiale, la cui diga ha volontariamente fatto sommergere un paese, ricostruito poi a monte.
Di fatto il luogo si presenta come una località turistica di massa, e l'idea di abbandonare tutto per concentrarsi su altro materiale, viene riconsiderata solo quanto un uomo del posto promette di condurre i due in un anfratto dello stesso lago ove si trova un sobborgo che nessuno conosce, rimasto completamente intatto, con alcune case completamente inalterate dal momento in cui l'acqua le ha sommerse.
La coppia si attrezza e scende per una prima perlustrazione di un'ora di autonomia, constatando con entusiasmo che la casa esiste davvero, e ingloba tutta una serie di arredi ed oggetti che l'acqua non ha sostanzialmente alterato.
Poco per volta, tuttavia, si renderanno conto di essere entrati in contatto con una casa che è stata teatro di orribili violenze e torture, perpetrate ai danni di giovani innocenti.
Un luogo contaminato dal male che l'acqua pareva aver cancellato dalla faccia della terra, ma che invece ha permesso solo al male di sopravvivere, in attesa di nuove vittime su cui concentrarsi.
Il nuovo lavoro della collaudata coppia di registi horror francesi ma con aspirazioni internazionali, noti per Inside - à l'intérieur, per Livid e Leatherface, ovvero Alexandre Bustillo e Julien Maury, trova forma attraverso la collaudata e sin abusata formula del mockumentary, con cui il cinema di genere ha vissuto una sua clamorosa rinascita a partire da fenomeni di incasso a basso costo e grande introito come quel sin troppo decantato Blair Witch Project di fine anni '90, possiede un incipit abbastanza attanagliante, almeno una volta che la vicenda inizia a dedicarsi a venire al dunque del suo proposito.
E anche la scoperta della stanza degli orrori racchiude una essenza di malvagità che può appassionare gli amanti del genere.
Poi però nel rituale di una storia destinata a travolgere anche il più ingegnoso ed astuto dei ricercatori di storie insolite e misteriose, tutto risulta un po' troppo campato per aria per poter reggere degnamente un epilogo sin troppo annunciato, ed il solito finale angosciante non fa che adeguarsi alle regole di genere che, ancora una volta, finiscono per darla vinta alle forze del male, a scapito degli intrepidi, ma anche tanto ingenui, candidi ed un po' scellerati protagonisti.
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