Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Storia vera di Peppino Impastato, un giovane di Cinisi ribellatosi al potere mafioso locale e fatto fuori mentre la nazione era intenta a seguire i tragici sviluppi del sequestro Moro. Più che un film sulla mafia, è un’opera generazionale che racconta la ribellione di un figlio alla mentalità del padre (un pesce piccolo dell’organizzazione) e la presa di coscienza da parte di una madre abituata a obbedire senza discutere. Peppino è un figlio del ’68: si distacca dal PCI in polemica con l’attendismo dei suoi vertici, apre una minuscola radio privata per potersi esprimere liberamente, agisce con passione e inventiva, il tutto accompagnato da una colonna sonora furbamente nostalgica. In tale ottica il film può essere accostato a certi lavori di Marco Risi, non certo a classici dell’impegno civile quali Le mani sulla città (pur apertamente citato).
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