Regia di Marco Tullio Giordana vedi scheda film
Una di quelle storie che ancora oggi, trenta e passa anni dopo, fanno arrabbiare e rendono increduli. Come incredulo era Impastato al pensiero di non poter dichiarare liberamente quella che era la verità alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti: a Cinisi - e non solo - comandava Badalamenti, la politica e la mafia erano tutt'uno e lo spaccio di eroina viveva una stagione florida grazie a questi loschi personaggi. Giordana coglie la sfida e senz'altro ne esce vincitore, grazie anche agli ottimi Lo Cascio e Sperandeo; non era facile rendere in maniera asciutta e senza fronzoli, senza spettacolarizzare, fictionizzare il dolore, una vicenda del genere, che pure decisamente si presta alla trasposizione cinematografica. Storia di un piccolo eroe di provincia, quella dei Cento passi (la distanza fra casa Impastato e casa Badalamenti, che Peppino rifiuta di percorrere, anzi, lungi dal volerla colmare non fa che amplificarla), storia da ricordare e che ci viene narrata con buona eleganza, ritmo ed il giusto pathos.
Fine anni 70 in un paesino siculo; Giuseppe (Peppino) Impastato, figlio e nipote (da parte di madre) di piccoli mafiosi, milita in formazioni politiche di sinistra e fonda una radio libera in cui fa aperta propaganda contro la mafia. In particolare attacca il boss Gaetano Badalamenti, che non tarda a farlo uccidere.
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