Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Nella Francia del XIV secolo la moglie (Comer) del coraggioso cavaliere Jean de Carrouges (Damon) viene stuprata da Jacques Le Gris (Driver), uno scudiero assai apprezzato per la sua cultura e al servizio del signorotto locale (Affleck). La vicenda finisce in tribunale e, al termine del processo, il re decide che i due, l'offeso e l'offensore, dovranno vedersela in un duello all'ultimo sangue per stabilire la verità dinanzi a Dio, giacché Le Gris sostiene che la donna fu consenziente. Proprio quest'ultima, per amore di verità, rischia più di tutti: se Le Gris vincerà il duello, la donna verrà bruciata viva.
La confezione e il casting sono extra lusso e la storia (vera) di questa sporca storia medievale è raccontata da un triplice punto di vista: quello dei due contendenti, uno dei quali più preoccupato di difendere il proprio onore che non la sua donna, e quello di quest'ultima. Le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori sono raccontati in maniera sopraffina, con grandissimo gusto nella ricostruzione delle location e grande impatto emotivo delle scene di guerra, come già ne Il gladiatore. E se il clima misogino dell'epoca si respira a pieni polmoni, facendo della donna un oggetto in balìa ora dei maschi, ora di Dio, con una sottile lettura in filigrana dei tempi correnti, ciò che meno convince è il lunghissimo, disarticolato prologo, che per una quarantina di minuti rende quasi indecifrabile un film che porta comunque la firma di un fuoriclasse come Ridley Scott.
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