Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Sono rimasto briosamente soddisfatto alla visione di questa piacevole commedia, con talvolta un pizzico di sapore drammatico, a sfondo spaziale nell'ambientazione. La prima impressione alla lettura del soggetto potrebbe invero essere l'indifferenza o il timore di cadere presto nella noia. Niente di più falso, almeno secondo quanto ho potuto sperimentare. Se è vero che la storia non riserva grandi sorprese e persegue in sostanza i canoni dei binari intuibili, già percorsi in tante altre occasioni, a far la differenza nel compiere un salto di qualità sono il talento comprovato in cabina di regia e il magnetismo dell'alchimia instauratasi fra i quattro personaggi principali, con rispettivi interpreti s'intende. Il gruppo si dimostra talmente affiatato da conquistarsi a prescindere il favore di chi assiste alle loro scene. Poco importa, dunque, se l'intreccio non è così articolato, perché la narrazione viene sorretta dai nostri eroi, è il caso di dirlo, e dalle interazioni con gli altri attori di supporto. Il carisma innato di questa squadra offre maggiore efficacia a battute taglienti e puntuali, pronunciate nel modo giusto e al momento giusto per riuscire a strappare sorrisi sinceri. L'ironica prospettiva che permea molte delle situazioni è un filtro vincente nel rendere appetibile questo film ai palati meno propensi o predisposti, malgrado rimanga un titolo forse non apprezzabile da tutti.
Un gruppo di piloti collaudatori dell'Air Force, detto il Team Dedalus, viene sciolto quando la ricerca spaziale è affidata alla NASA. Dopo quarant'anni il satellite russo Ikon ha però un guasto che porterà la Russia ad un blackout totale delle comunicazioni. Un funzionario della NASA, Bob Gerson, sa che Ikon ha lo stesso sistema di orientamento dello Skylab, il cui progettista, Frank Corvin, dovrebbe quindi essere in grado di ripararlo. Ma Frank accetterà l'incarico solo se assieme a lui saranno richiamanti anche gli altri tre suoi ex colleghi del passato Team Dedalus.
Si destreggia con equilibrio fra i generi e dirige con mano sicura, restituendo ciò che ci si aspetta.
Frank Corvin, ottimo ruolo da protagonista per lui consolidato.
William "Hawk" Hawkins, sempre un comprimario d'eccellenza.
Jerry O'Neill, effervescente e ironico.
"Tank" Sullivan, un vulcano di simpatia.
Non male le musiche di Lennie Niehaus, anche se l'emozione maggiore credo sia accesa dalla voce di Frank Sinatra, mentre canta la celebre canzone "Fly Me to the Moon".
Proprio niente.
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