Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un satellite russo va in avaria e rischia di precipitare sulla terra; i russi non vogliono che questo accada e la NASA incarica il settantenne Frank Corvin (C. Eastwood), cioè colui che aveva progettato il sistema operativo del satellite, di risolvere il problema. Per Corvin l'unica soluzione è quella di andare di persona nello spazio a riparare il satellite; ma accetta di farlo solo a condizione che vengano con lui i membri del suo vecchio team operativo, cioè Tank (James Garner), Jerry (Donald Sutherland) e Hawk (Tommy Lee Jones).
"Space Cowboys" non è generalmente annoverato tra i capolavori di Clint Eastwood; anzi molto spesso si tende a relegarlo nella cerchia dei film meno significativi del suo regista. Una considerazione a mio avviso errata e piuttosto frettolosa. Sembra infatti che una parte della critica più esigente non riesca ad accettare che un grande cineasta come Eastwood, che già all'epoca non aveva bisogno di dimostrare più nulla a nessuno, possa prendersi una breve pausa artistica, lasciando momentaneamente da parte le tematiche serie e impegnative, per realizzare un film più leggero e commerciale.
Eastwood si cimenta in un genere molto in voga ad Hollywood e apparentemente fuori dalle sue corde, cioè quello avventuroso/fantascientifico; ma a differenza della maggior parte dei suoi giovani e boriosi colleghi (che nel realizzare pellicole di questo tipo si prendono terribilmente sul serio, con risultati francamente pessimi) il buon Eastwood dirige con la consueta classe, evitando inutili eccessi e alleggerendo il tutto con una sana dose di ironia.
Indubbiamente il fatto che quattro stagionati piloti (il più giovane ha 54 anni, gli altri sono sulla settantina) vengano inviati nello spazio a riparare un satellite in avaria risulta poco credibile e richiede una sospensione di incredulità da parte dello spettatore; ma a ben vedere è la cosa più originale e interessante del film, senza contare che "la metafora del vecchio leone che non vuole rassegnarsi alla pensione" (per usare le parole di Mereghetti) si accorda perfettamente con la poetica di Eastwood.
La prima parte del film, contenente la presentazione dei protagonisti e l'addestramento, assume toni scherzosi quasi da commedia, ed è indubbiamente la più divertente e riuscita. La seconda invece, in cui riprendono il sopravvento le regole del genere, risulta un po' più scontata e meno sorprendente del previsto, nonostante sia tecnicamente molto ben fatta (soprattutto a livello di effetti speciali).
Il finale comunque, sulle note di "Fly Me to the Moon" di Frank Sinatra, è pura poesia.
Eastwood si ritaglia la parte del coriaceo protagonista, circondato da un gruppo di attori assolutamente perfetti: Donald Sutherland (con il quale Eastwood aveva già lavorato ne "I guerrieri") e Tommy Lee Jones sono impagabili; James Garner non è da meno, nonostante sia più defilato rispetto agli altri.
In ultima analisi potremmo definire "Space Cowboys" un film gradevole e riuscito, un "divertissement d'autore" assolutamente meritevole d'interesse e ben al di sopra della media (qualitativamente bassa) degli attuali film di questo genere.
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