Regia di Renzo Carbonera vedi scheda film
Un film sul doping che non si consuma takeaway, ma che attraverso un interessante storia lascia comprendere cosa significhi questa piaga per lo sport.
Il doping nello sport, una piaga purtroppo diffusa non solo a livello professionale, offre lo spunto per questa storia "di frontiera" dove i protagonisti vivono di sogni, di illusioni, immersi nel freddo e solitario inverno di montagna. Affascinante la scelta della location che offre una scenografia esemplare, così come la fotografia nella quale si insiste in immagini ghiacce, nebbiose, solitarie, concorrendo ad affrire un perfetto palcoscenico per l'evoluzione della vicenda. La regia è brava a dirigere gli attori e ad offrire un ritmo compassato, ma continuo a tutta la pellicola. E' invece meno brava nel creare forti emozioni ed empatia nello spettatore che così rimane interessato, ma non coinvolto dal dramma, quasi come assistesse ad un documentario più che ad un vero e proprio film. Unici difetti (tralasciando il fisico non proprio da marciatrice della protagonista) di un prodotto comunque interessante e strutturato. Gelido.
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