Trama
Maria è un'atleta, una marciatrice orgoglio di suo padre, che vorrebbe vederla coronare un sogno di successo. La mamma, invece, è più scettica, sebbene Johnny, compagno della ragazza, che ha quasi il doppio dei suoi anni, sappia come tenere vivo il sogno di Maria e dei suoi genitori. Per questo motivo, Johnny ha il frigo pieno di boccette, avendo aiutato molti giovani con sostanze illegali nel suo passato da preparatore atletico. Tom è uno di questi e sta cercando Johnny, ritenendolo responsabile del fatto che il doping gli abbia rovinato carriera e salute. Ma i piani di vendetta di Tom si infrangono quando lui e Maria iniziano una relazione e i dubbi di lei crescono, come una febbre incontrollabile. La resa dei conti è inevitabile in un ambiente così ristretto, così come nel mondo esterno, scosso da debiti e fallimenti, in cui si diffonde un bisogno urgente di nuove speranze.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Questa è una storia di doping, frutto della fantasia, che al suo interno contiene frammenti di moltissime storie di doping, vere e documentate. Il doping come sappiamo è un tema delicato, poco trattato, spesso con i toni dello scandalo, demonizzando o minimizzando i risvolti, facendo anche entrambe le cose contemporaneamente. “Takeaway” intende focalizzare il dibattito su questo fenomeno con delicatezza e umanità, concentrandosi sui rapporti umani che ci stanno dietro, sulle storie e le motivazioni dei personaggi, che seguono uno schema spesso comune a molti atleti e giovani che si avvicinano allo sport, sulle origini e sui moventi, sugli effetti psicologici e fisici che ne conseguono. Il doping non è altro che una vivida e cruda espressione della società e delle aspettative in cui viviamo, e la questione posta al centro non è che doparsi sia sbagliato, o che al contrario si è costretti a farlo perché tutti lo fanno. La questione è: sappiamo dov'è il limite di questa “droga”? Sappiamo se c'è un limite a questa droga? Perché, a prescindere dalla “sfortuna” di venire beccati o meno, il vero problema è che fino ad un certo punto ci sono più benefici che danni nel doparsi.
La relazione è triangolare, quasi un classico che però trova originalità nella sua natura e nel gap generazionale degli attori. Perché mentre tra Maria-Antonelli, una giovane atleta che pensa di meritare di più nella sua vita, e Johnny-De Rienzo, una specie di preparatore atletico caduto in disgrazia che assieme ai genitori di lei convince la ragazza a doparsi, si tratta di una relazione a tutti gli effetti che colpisce per essere fin troppo carnale a volte, vista la differenza di età. Tra Maria-Antonelli e Tom-Reggiani un ex atleta il cui passato è onnipresente nella sua costante lottacon problemi fisici e mentali, quali impotenza e desiderio di vendetta mai veramente compensato, la relazione vive il paradosso di essere un tradimento della precedente, che vorrebbe essere una liberazione ma non può essere altro che un tradimento platonico.
Per “Tom” il peso del passato è l'ostacolo che deve superare. Per Maria invece l’ostacolo è il futuro. Un futuro che si rivela essere un sogno di successo nel mondo dello sport. Il risultato è un dramma con molti contrasti acuti, e a tratti anche sarcasticamente malinconici. Che cos'è il successo? Quanto siamo disposti a fare per ottenerlo? Le persone stabiliscono obiettivi sempre più alti, e per questo si sentono poi più piccole e più sole. Non ci sono vittime e carnefici in questa storia, tutti sono un po’ entrambi, tutti accecati dal desiderio di emergere. Non c'è accusa al mondo dello sport, o alla sua spregiudicatezza, ma non c'è neanche assoluzione. Ci sono solo le persone che devono trovare il tempo per restare sole con se stesse e valutare cosa sia davvero meglio per loro, quali siano i grandi obiettivi, quali i piccoli successi, e cosa sia più importante".
Trailer
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Commenti (7) vedi tutti
L'ultimo di film del compianto Libero De Rienzo è un apologo cinetelevisivo sulla mercificazione dell'agonismo di provincia. Bene in parte Carlotta Antonelli.
commento di maurizio73L'argomento è di qualche interesse (il doping nell'atletica) ma trattato in modo pessimo. Film lento, con dialoghi rarefatti, alcune scene inutili e incomprensibili. Decisamente si poteva fare di meglio. (Possibile che una marciatrice si fermi a metà gara cominciando a rantolare e non ci sia nessuno intorno a soccorerla?)
commento di Artemisia1593Un film sul doping che non si consuma takeaway, ma che attraverso un interessante storia lascia comprendere cosa significhi questa piaga per lo sport.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliApprezzabili gli intenti su tematiche delicate ma trattate in modo superficiale e frammentario. La Antonelli con postura così goffa è marciatrice credibile come io lo sarei stato da cubista. Titolo allusivo naturalmente in inglese per darsi un tono. La nobile arte della marcia non meritava un film fatto assai coi piedi.
commento di bombo1Regia soporifera, sceneggiatura dispersiva, dialoghi scarni a malapena comprensibili.
commento di gruvierazBuona prova della Protagonista su Film a Tema d'Attualità anche se non del tutto bene impostato.voto.6-.
commento di chribio1Meravigliosa prova di Carlotta Antonelli, Maria marciatrice fragile, ma alla fine ne esce a testa alta, da una brutta storia di doping.
leggi la recensione completa di claudio1959