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Ghost Lab

Regia di Paween Purijitpanya vedi scheda film

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La recensione su Ghost Lab

di Furetto60
4 stelle

Mediocre horror "asiatico", poco originale.

Quesiti e dubbi esistenziali fondamentali e ricorrenti dalla notte dei tempi: c’è qualcosa dopo la morte? E se sì, cosa?  Le domande sono rivolte allo spettatore dalla voce narrante in lingua thailandese, nell’incipit. Comincia il film, due giovani medici chiacchierano con le infermiere, non paiono interessati a questi interrogativi. Tuttavia  dopo l’inaspettato avvistamento di un fantasma, tra i corridoi dell’ospedale in cui lavorano, si appassionano molto al tema e fanno di tutto e di più, per provare scientificamente l’esistenza degli spettri, avventurandosi in un estremo viaggio, senza ritorno. Dalle domande rivolte al pubblico nel suddetto prologo è facile intuire a quale categoria appartenga, codesta “opera cinematografica”. Ghost Lab è ascrivibile al genere horror, ma in realtà, sarebbe più corretto inquadrarlo, come un dramma umano, intriso di spunti soprannaturali; l’uomo spinto dalla curiosità e dalla sete di sapere è disposto veramente a tutto, anche a sacrificare affetti e perfino la propria vita, per scoprire ciò che non ci è dato conoscere: il segreto resterà tale per sempre, per i viventi. Malauguratamente, questo intrigante concept non viene messo in scena in modo altrettanto allettante. Il film è lungo, troppo, nonostante le reali esigenze narrative della storia non lo esigano; tende a trascinarsi, avvitandosi su sé stesso, per provare a raccontare le disavventure terrene e ultra-terrene dei protagonisti. Il plot è gonfiato a dismisura, lo sviluppo degli eventi forzato e il finale addirittura ridicolo. Thanapob Leeratanakachorn è la nota positiva del film. La sua performance artistica garantisce una discreta vitalità, al suo personaggio. Seguendo la trama, la memoria non può non tornare a "Linea mortale"  di Schumacher, film in cui un gruppo di studenti di medicina sperimenta su sé stessi, una morte temporanea, indotta chimicamente, per dimostrare l’esistenza dell’aldilà, con conseguenze nefaste, tuttavia quel prodotto cinematografico, pur se commerciale, aveva sicuramente un indubbio spessore artistico, che qui non si ravvisa. Somiglianze e analogie se ne constatano diverse, a riprova di quanto la pellicola sia derivativa e poco originale. Insomma anche se l’estetica è raffinata, il film non sembra proporre niente di nuovo e i brividi latitano.

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